Luigi Pirandello, uno dei più grandi drammaturghi del ‘900, non avrebbe saputo fare di meglio. D’altro canto la realtà supera sempre la fantasia e a leggere il quadro che emerge dalle inchieste Evergreen e Touchdown ne abbiamo la conferma.
Una premessa importante, per i tanti improvvisati giuristi e paladini del diritto a “soggetto“: notificata alle parti una ordinanza di custodia cautelare è pubblica. Di più: se i soggetti coinvolti lo sono per il ruolo che ricoprono, quanto emerge – al di là di essere o meno indagati – può essere utilizzato.
Per capirci se Del Giaccio, indagato e intercettato, dice che ha “in cassaforte” il fratello è un conto ma se afferma – magari millantando – di averci un dirigente pubblico o Ivano Bernardone è altro. Chiaro il concetto? Ah, se millanta va denunciato. Soprattutto quando si parla di soldi… E anziché scervellarsi su come escano le carte, si deve piuttosto pensare (prima) a quello che si fa o si dice.
Torniamo agli atti, allora, perché chi guida Anzio è perfettamente dipinto lì dentro. La maggioranza – vecchia e nuova – si esprime proprio così. Non c’entra il penale – no, assolutamente – ma il modo di agire. Le espressioni forti, il dileggio degli altri anche se “alleati“, la supponenza, la protervia. L’arroganza o la pretesa di controllare Comune e macchina amministrativa – a volte, purtroppo, trovando sponde in questa – come fosse cosa loro e non pubblica.
Ma non li sentite parlare? E non li vedete impegnati a “trattare” su una cooperativa, un dirigente, le biogas, i mercatini, gli impianti chi più ne ha più ne metta? Le carte delle indagini restituiscono un copione teatrale, la sceneggiatura di un “Romanzo criminale” de noantri tra chi deve “ammazzare” e chi considera un incapace la persona con la quale ha condiviso se non altro una vita politica. Una “Gomorrra” in salsa di burro e alici tra presunti affari, pressioni, interessi, telefonate, inviti a far “ragionare” chi sembra aver perso la strada. O forse, Pirandello perdonerà, un realissimo “Uno, nessuno è centomila“. Non è una perfetta espressione di teatro nel teatro quella che si è vista ieri a Villa Sarsina?
In questo quadro desolante per la città c’è spesso il piagnisteo legato a non meglio specificati attacchi personali e al fatto che “ci sono le famiglie“. Giusto. Sempre per i moralisti di facciata – spesso gli stessi giuristi di cui sopra – si finisce in atti giudiziari per il ruolo pubblico che si occupa o i rapporti che si hanno con la pubblica amministrazione. Ruoli nei quali ci si dovrebbe preoccupare di risolvere le vicende dei cittadini più che degli appalti, magari.
Più si ha un ruolo pubblico, più si è soggetti a controlli e critiche per ciò che si fa in quanto sindaci, assessori, consiglieri e dirigenti. E comunque è vero, ci sono “le persone e le famiglie” anche quando si decide di realizzare biogas (Placidi sostiene che sulla prima fossero tutti d’accordo nel 2012…) – ad esempio – o di far lavorare chi ha portato voti e non altri. Sono quelle dei cittadini.
Ps il Consiglio di ieri e gli atti sono ancora pieni di spunti. Trascorreremo insieme – per chi ha la bontà di seguire questo spazio – buone feste.