Anche quest’anno la famosa Goletta Verde di Legambiente circumnavigherà la penisola italiana per valutare la qualità delle acque, lo stato dell’ambiente costiero e per denunciare gli innumerevoli scempi che in Italia vengono compiuti lungo le coste con grave danno per l’ecosistema marino. La Goletta approderà ad Anzio la mattina mercoledì 6 luglio intorno alle 9.00, per la precisione davanti al tratto di costa di Marechiaro dove, tra mille polemiche sollevate sia da surfisti locali, sia dall’associazione dei balneari, sia delle associazioni ambientaliste, in primavera sono cominciati dei lavori volti a limitare l’erosione delle spiagge a sud della riserva naturale regionale di Tor Caldara per un tratto di 4 chilometri, stando al progetto originale.
I motivi delle contestazioni alla realizzazione di una lunga diga soffolta, parallela alla linea di costa, ad appena 50 centimetri sotto il pelo dell’acqua, e di numerosi pennelli perpendicolari alla costa stessa sono numerosi e circostanziati. L’amministrazione comunale ha, infatti, in parte accolto le istanze di chi si è dichiarato preoccupato dell’impatto di questa opera a mare. Ad accogliere l’arrivo della goletta ad Anzio sarà il locale Circolo di Legambiente “Le Rondini”, che ha previsto una mattinata all’insegna del rispetto e della conoscenza dell’ambiente con una nuova pulizia della spiaggia libera di Marechiaro ad opera dei volontari del Circolo e di quanti si vorranno unire a loro. Ma anche una mattinata all’insegna della serietà nella valutazione dello stato del nostro ecosistema costiero, al di là di riconoscimenti come la Bandiera Blu che poco hanno a che fare con lo stato reale del nostro litorale, e dell’educazione ad una corretta fruizione di questo bene così prezioso: il mare. Tutta la cittadinanza è, dunque, invitata a partecipare a partire dalle 9.00 di mercoledì 6 luglio, anche per conoscere sistemi più ecologici per ovviare al problema reale dell’erosione della costa, come i reef fatti con sacchi di sabbia, meno costosi e che non provocherebbero danni come invece fanno le dighe. Piuttosto che chilometri di cemento in mezzo al mare servono interventi meno impattanti per il paesaggio costiero e per chi ne vuole fruire liberamente. I primi lavori, che sono partiti ad Anzio in primavera, creando vere e proprie barriere con enormi massicciate affioranti a poca distanza dalla costa, rappresentano per Legambiente un tentativo vano di trattenere la sabbia contro i cambiamenti climatici, una non-soluzione che imbruttisce le nostre coste, spendendo inutilmente molti soldi.