Rubrica settimanale a cura della maestra Giorgia Costantini
Amarsi, odiarsi, crescere insieme: come leggere la relazione tra fratelli con occhi pedagogici
⸻
Sono il primo banco di prova della relazione.
Ci si ama, ci si odia, si litiga per tutto… eppure, si rimane legati per la vita.
Fratelli e sorelle rappresentano un microcosmo affettivo in cui i bambini imparano – spesso a caro prezzo – le regole della convivenza: condividere, aspettare, cedere, affermarsi, farsi spazio.
Molti genitori si domandano:
“Perché si scontrano continuamente?”
“Perché sono così diversi?”
“Perché sembrano in competizione per ogni cosa?”
E soprattutto:
Come possiamo aiutarli a crescere insieme, senza che la rivalità prenda il sopravvento?
⸻
La rivalità non è un errore. È una tappa evolutiva
È naturale e, in un certo senso, necessaria.
Ogni bambino ha bisogno di sentirsi unico per chi ama.
L’arrivo di un fratello può generare un senso di perdita di centralità, e quindi scatenare gelosie, regressioni, sfide di potere.
Ma la rivalità non è il contrario dell’amore.
È la sua prima palestra.
Una palestra emotiva dove si impara a trovare il proprio posto nel cuore degli altri, a difenderlo, a negoziarlo, a condividerlo.
Il segreto non è negare la gelosia, ma nominarla, riconoscerla, legittimarla.
“È normale che a volte ti dia fastidio condividerci con tuo fratello.”
“Anche a me capita di sentirmi messo da parte, sai?”
⸻
Il ruolo dei genitori: tra equità e personalizzazione
Molti adulti provano a trattare i figli “alla pari”.
Ma ogni figlio è diverso, e ha bisogno di sentirsi riconosciuto per ciò che è.
L’equità non consiste nel fare le stesse cose per tutti, ma nel dare a ciascuno ciò di cui ha davvero bisogno.
Un bambino più sensibile, più insicuro, più piccolo, avrà forse bisogno di un abbraccio in più.
Il fratello maggiore, magari più autonomo ma più carico di responsabilità, avrà bisogno di sentirsi alleggerito.
Il confronto continuo logora: meglio evitare paragoni, e piuttosto favorire l’espressione autentica di ciascuno.
⸻
Quando i litigi non sono solo capricci
Dietro ogni litigio si nasconde un messaggio.
I fratelli si “sfidano” anche per farsi vedere, per ritagliarsi un tempo esclusivo, per comprendere i propri limiti e quelli dell’altro.
È una comunicazione rudimentale, ma preziosa.
Leggere i segnali, non solo reprimerli, è ciò che può fare la differenza.
L’obiettivo non è eliminare i conflitti, ma insegnare a gestirli con rispetto.
⸻
Piccole strategie per grandi legami
• Dedica tempo esclusivo a ciascun figlio, anche solo pochi minuti al giorno
• Racconta la loro storia condivisa, attraverso foto, aneddoti, ricordi
• Evita i confronti diretti: “Perché non fai come tua sorella?” è una frase che lascia ferite
• Fai spazio alla cooperazione, non solo alla competizione: progetti comuni, giochi da squadra, piccoli ruoli condivisi
• Dai un nome alle emozioni, senza colpevolizzare: “Sei arrabbiato perché ti sei sentito escluso, non è facile”
⸻
I bambini lo sanno: l’amore c’è
Nonostante tutto, i bambini sanno di amarsi.
Sanno che, nel bene e nel male, quel fratello o quella sorella sarà sempre parte della loro storia.
Aiutarli a costruire un legame sano oggi significa regalare loro un’alleanza che può durare per tutta la vita.
⸻
✨ Citazione finale
“Fratelli non si nasce. Lo si diventa, nel tempo, condividendo l’infanzia e ricucendo gli strappi.”
— Giorgia Costantini
⸻
Scrivimi anche tu
Hai un dubbio, una domanda o un piccolo grande problema quotidiano da condividere?
Scrivimi giorgiamaestra@gmail.com e insieme proveremo a guardarlo con occhi pedagogici.
Ti aspetto nella prossima uscita di Pedagogia in GioCo.