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Pedagogia in GIOCo, “Nessuno vuole giocare con me”–Difficoltà relazionali nei primi mesi di scuola

 

Rubrica settimanale a cura della maestra Giorgia Costantini

Lettera

Cara Maestra Giorgia,
mia figlia ha iniziato la scuola primaria con grande entusiasmo, ma dopo qualche settimana ha cominciato a raccontarmi che “nessuno vuole giocare con lei”, che “le danno fastidio” o che “ci sono bambini cattivi”.
Io cerco di rassicurarla, di darle fiducia, ma a volte la vedo triste e mi chiedo se stia vivendo qualche forma di esclusione o fatica nei rapporti con i compagni.
È normale tutto questo? Come si possono aiutare i bambini a costruire relazioni sane, senza forzarli ma senza lasciarli soli?

Lettera firmata

✏️ Risposta

Cara mamma, caro papà,

le parole di vostra figlia sono il riflesso di un momento delicato e comune a tanti bambini: l’inizio della scuola primaria non è solo un cambiamento didattico, ma soprattutto relazionale.

A scuola si impara a leggere e scrivere, certo… ma prima ancora si impara a stare insieme agli altri.

I primi mesi possono essere costellati da piccoli conflitti, esclusioni momentanee, fraintendimenti, gelosie, “non giochi con me!”, “non sei più mia amica!”. Tutto questo non è indice di una cattiva socializzazione, ma parte del faticoso processo di costruzione delle relazioni.

I bambini stanno imparando a conoscersi, a riconoscere i propri bisogni, a gestire emozioni nuove, spesso senza avere ancora gli strumenti linguistici o emotivi per farlo.

In questa fase, è facile che si sentano feriti anche per piccole cose: uno sguardo mancato, una frase detta con tono duro, un gioco non condiviso. Per loro, tutto ha un impatto enorme.

Ecco perché non bisogna sminuire né drammatizzare.

Non serve dire “ma figurati!” o “non è niente”. Serve invece ascoltare davvero, accogliere, aiutare a rileggere la giornata con parole nuove e con uno sguardo fiducioso.

Alcuni suggerimenti per genitori e insegnanti

1. Non forzare le amicizie
È naturale voler vedere il proprio bambino “ben inserito”, ma le relazioni non si costruiscono per obbligo. Vanno lasciate crescere con i giusti tempi.

2. Aiutate a dare un nome alle emozioni
“Sei triste perché non ti hanno scelta per il gioco?” – dare un nome al vissuto lo rende meno spaventoso e più gestibile.

3. Non etichettare nessuno
Evitate frasi come “quella bambina è cattiva” o “stai lontano da lui”. Meglio favorire la comprensione reciproca: “Forse oggi era nervoso, capita. Come ti sei sentita? Cosa potresti dirgli domani?”

4. Riconoscete e celebrate ogni piccolo progresso
Quando racconta di aver giocato con qualcuno, di aver condiviso qualcosa, anche solo un saluto: valorizzatelo! Sono i primi mattoni della relazione.

5. A scuola: creare occasioni guidate di interazione
Circle time, giochi cooperativi, attività in coppia o piccolo gruppo aiutano tutti i bambini a uscire dalle dinamiche fisse (“io sto sempre con lei/lui”) e a scoprire altri compagni.

❤️ Ricordiamoci che…

I bambini imparano la relazione vivendola, sperimentandola, facendone esperienza anche attraverso il conflitto. Non dobbiamo proteggerli dalle emozioni difficili, ma stare con loro mentre le attraversano, offrendo strumenti per comprenderle.

A scuola non si va solo per imparare, ma anche – e soprattutto – per diventare persone.

I bambini imparano a socializzare anche attraverso i piccoli conflitti.
Non è nostro compito evitarli a ogni costo, ma aiutarli a trasformarli in occasioni di crescita.

✨ Citazione finale
“Le relazioni si costruiscono un gioco alla volta.
Proprio come si costruisce una torre: mattone dopo mattone. E ogni litigio può essere il cemento che tiene insieme ciò che cresce.”
— Pedagogia in GioCo

Scrivimi

Hai un dubbio, una domanda o un piccolo grande problema quotidiano da condividere?

giorgiamaestra@gmail.com

Scrivimi, e insieme proveremo a guardarlo con occhi pedagogici.
Ti aspetto nella prossima uscita di Pedagogia in GioCo.

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