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Pedagogia in GioCo, “Ma quanti compiti?!” – Il delicato equilibrio tra esercizio e sovraccarico

 

Rubrica settimanale a cura della maestra Giorgia Costantini

Ci siamo quasi: le vacanze natalizie si avvicinano.
E con loro, per molte famiglie… la domanda di sempre:
“Quanti compiti dobbiamo fare?”

I compiti a casa sono da sempre un argomento che divide: tra chi li ritiene fondamentali per consolidare, e chi li considera un inutile prolungamento della giornata scolastica.
Tra chi ne chiede di più e chi vorrebbe abolirli.
Tra genitori che li gestiscono serenamente e altri che vivono ogni esercizio come una battaglia.

Ma forse, anche qui, la verità – quella che educa davvero – sta nel mezzo.

Un buon esercizio è come un buon pane: nutre, ma non appesantisce

Un compito ben pensato, chiaro, alla portata del bambino, è un’opportunità preziosa:
-per riflettere,
-per esercitare una competenza,
-per imparare a gestire il proprio tempo.

Quando invece il compito è eccessivo, confuso, sproporzionato… si trasforma in fatica sterile, in ansia, in frustrazione.
E non solo per il bambino: anche per le famiglie, che si ritrovano a dover “fare da tramite” tra la scuola e il compito stesso.

Trovare l’equilibrio è un compito condiviso

 

Agli insegnanti, il compito di dosare:
▶️ evitare cumuli, doppioni, esercizi riempitivi;
▶️ chiedersi: “Questo esercizio ha uno scopo chiaro? È adatto all’età e al percorso della classe?”

Ai genitori, il compito di accogliere:
▶️ comprendere che un piccolo impegno è parte della crescita;
▶️ evitare di trasformare i compiti in un’ossessione (o una crociata).

Agli alunni, il compito di provarci:
▶️ con i propri strumenti, con l’aiuto giusto, con fiducia.
▶️ Non serve la perfezione. Serve la volontà.


Un richiamo “ufficiale”… che ci viene in aiuto

Sul tema dei compiti, anche il Ministero dell’Istruzione ha voluto offrire una riflessione.
Con la Nota n. 2443 del 28 aprile 2025, si invita alla pianificazione attenta dei compiti a casa, per evitare sovraccarichi e favorire un equilibrio tra scuola e vita familiare.

Una scuola che educa davvero è una scuola che sa dosare, calibrare, accompagnare.
E proprio questo è il cuore della riflessione: non il “quanto” fare, ma il “come” e il “perché”.

Una traccia ministeriale che non vuole ingabbiare, ma offrire una cornice di buonsenso, in cui il rispetto per il tempo dei bambini si coniughi con la responsabilità educativa degli adulti.

Qualche proposta concreta per casa e scuola

A SCUOLA
Coordinarsi tra docenti, per evitare sovraccarichi nei giorni comuni.
Alternare compiti scritti, letture, attività creative, riflessioni personali.
Lasciare spazio anche al “non fare”, perché il vuoto ricarica.

A CASA
Non sostituirsi al bambino: supportarlo, non farlo al suo posto.
Ritagliare un tempo dedicato e non caotico.
Se qualcosa è troppo difficile, comunicarlo agli insegnanti.
E ricordarsi che un “compito fatto male ma da solo” vale più di uno perfetto… copiato.

❤️ Ricordiamoci che…

I compiti non sono (solo) un esercizio.
Sono un modo per imparare a camminare anche senza la mano dell’adulto.
E come tutte le camminate… hanno bisogno di scarpe comode, non di macigni nello zaino.

✨ Citazione finale
“Un compito ben pensato non è un peso, ma un ponte tra scuola e vita.”
— Pedagogia in GioCo

Scrivimi
Hai un dubbio, una domanda o un piccolo grande problema quotidiano da condividere?

giorgiamaestra@gmail.com
Scrivimi, e insieme proveremo a guardarlo con occhi pedagogici.
Ti aspetto nella prossima uscita di Pedagogia in GioCo.

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