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Pedagogia in GioCo, “Non chiamatelo lavoretto!” – Il laboratorio natalizio come esperienza didattica

 

Rubrica settimanale a cura della maestra Giorgia Costantini

C’è una parola che ogni anno, tra dicembre e le lucine dell’albero, torna a fare capolino nei corridoi scolastici: lavoretto.

“Che lavoretto fate quest’anno?”
“Lo fate in tempo per Natale?”
“Ci aiutate a farlo?”
“Possiamo passare a prenderlo?”

Eppure, quell’-etto finale rischia di sminuire tutto.
Perché in quel “lavoretto” – che a molti appare come un’aggiunta decorativa, una parentesi, un di più – c’è dentro molto più di ciò che si vede.

Il laboratorio è didattica, non decorazione

Fare un laboratorio natalizio a scuola non è fare un lavoretto.
È educare attraverso le mani, l’attenzione, la progettazione.
È stimolare la motricità fine, sviluppare capacità di manipolazione, sperimentare tecniche diverse, lavorare con materiali semplici ma ricchi di possibilità.

È dare forma, colore e consistenza a un’idea.
Un’idea che non è dell’adulto, ma del bambino.

Le soft skills crescono tra colla e forbici

In un laboratorio ben costruito si sviluppano competenze profonde:

• Collaborazione
• Creatività
• Pensiero divergente
• Capacità di pianificare e completare un progetto
• Problem solving
• Gestione del tempo e degli strumenti

Non è una pausa dalla didattica. È didattica viva.
È “imparare ad imparare”, come ci ricordano anche le Indicazioni Nazionali per il Curricolo.

Team building a forma di renna

Quando un gruppo di bambini crea qualcosa insieme, si costruisce qualcosa di più grande:
una classe.

Nel caos di un laboratorio c’è la vita vera della scuola.
C’è chi taglia storto, chi sbaglia colla, chi rompe, chi ripara, chi si arrabbia e poi ride.
C’è il team building: quell’insieme di prove, inciampi, aiuti reciproci che rende un gruppo… una squadra.

Non fatelo voi

Agli adulti che osservano – insegnanti o genitori – si chiede una piccola rivoluzione pedagogica:
non cercare la perfezione, ma accogliere l’imperfezione come segno di autenticità.

Non incollare al posto loro. Non rifare. Non rifinire.
Supportate, incoraggiate, guidate… e poi fate un passo indietro.

E soprattutto, sopportate:
• la colla che sporca,
• la carta che si rompe,
• il nastro che non si appiccica,
• la frustrazione che fa parte del processo creativo.

Solo così ciò che nasce è loro. E quindi ha valore.

💬 Lo so, non è facile

Anche per me, a volte, la tentazione del “lavoretto facile e veloce” fa capolino.
Ma poi mi ricordo che ciò che conta davvero non è la perfezione del risultato, bensì il valore del processo condiviso.

E oggi, va detto, tutte le maestre che conosco vivono i laboratori natalizi con questo spirito: come occasione per educare, includere, progettare, creare davvero.
Ai genitori, allora, non resta che essere entusiasti, accogliere la magia di ciò che i bambini realizzano… e vedere oltre la colla e i brillantini.

✨ Citazione finale
“La creatività è l’intelligenza che si diverte.”

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Hai un dubbio, una domanda o un piccolo grande problema quotidiano da condividere?

📧 giorgiamaestra@gmail.com
Scrivimi, e insieme proveremo a guardarlo con occhi pedagogici.
Ti aspetto nella prossima uscita di Pedagogia in GioCo.

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