Nuovi porti, fermare la dannosa colata di cemento sul litorale laziale

di Claudio Pelagallo

Sull’intera costa italiana si assiste ormai ad un situazione caotica, con un crescendo di smaniosi progetti di nuovi inutili porti e approdi, magari a pochi chilometri di distanza l’uno dall’altro, porti che, se arrivano a un completamento, restano spesso deserti e provocano danni al territorio. Il dossier di Goletta Verde sulla portualità del Lazio mette in risalto, anche su questa costa la stessa identica situazione. Si parla di pianificazione dello sviluppo della nautica delle esigenze di posti barca, ma la sensazione è che in realtà più che ai metri lineari delle imbarcazioni si guardi ai metri cubi degli immobili da realizzare sulle banchine dei porti, magari non previsti dai piani regolatori, ben camuffati dietro la scusa di realizzare nuovi posti barca. Nuovi posti barca che innanzitutto non servono. Non servono nuove colate di cemento, basterebbe razionalizzare e riqualificare i bacini già esistenti, quelli utilizzati poco e male. Da uno studio di Ucina e Legambiente nascerebbero cosi 39mila nuovi posti barca a disposizione del nostro Paese, senza consumare suolo, sottrarre ingenti risorse economiche inutilmente e cedere il passo alla speculazione”. Non parliamo di numeri di poco conto. Secondo le linee guida approvate dalla Regione Lazio nella passata legislatura, il cui scopo dovrebbe essere quello di mirare ad una pianificazione integrata e sostenibile delle aree costiere, andrebbero aggiunti 4551 nuovi posti barca, nella rete delle grandi infrastrutture portuali della Regione, fra ampliamenti ed opere ex novo. In sostanza, quasi il doppio di quelli esistenti, numeri che se confermati porterebbero la disponibilità totale di posti barca nelle sole grandi infrastrutture a 9148. Ed in questo scenario è necessario che le Linee guida pongano l’attenzione sulla gravità del fenomeno dell’erosione costiera generato proprio da fenomeni di origine antropica. Secondo gli ultimi dati forniti dall’Osservatorio dei Litorali Laziali, infatti, nel 2008 il fenomeno dell’erosione interessa un quarto delle coste laziali. La linee guida sui porti varate dalla giunta Polverini ci consegnano uno scenario fortemente preoccupante per le coste della nostra regione, con inutili e pericolose gettate di cemento da nord a sud del litorale, fra nuovi faraonici porti,ampliamenti di quelli esistenti ed approdi.