La parrocchia Sacro Cuore serve un pasto a chi è in difficoltà, italiano o straniero, 365 giorni l’anno
“Incontro Don Natale per la prima volta mentre lui parla del “pasto caldo per chi ne ha bisogno” e con curiosità mi avvicino domandando la data nella quale si sarebbe organizzato. E’lì che capisco già qualcosa di questo omone dalla voce possente e allegra e dai modi di fare schietti che mi risponde:“tutti i giorni!”. In effetti con l’aiuto di volontari, la parrocchia Sacro Cuore serve un pasto a chi è in difficoltà, e su circa 365 giorni l’anno, con una media di 50 pasti giornalieri, nonché di 20 posti letto del Centro accoglienza, mi è chiaro chi c’è sul nostro territorio a contrastare l’indifferenza, silenziosamente ma con dirompente solidarietà.
E non è che questo sia così scontato. E non è che proprio tutti sono d’accordo. Già perché qualcuno a dirmi che quella una volta era la parrocchia di noi italiani e che ora ci sono tanti extracomunitari ci mette poco.
Ma Don Natale quando vado ad intervistarlo, alla mia domanda volutamente molesta sulla presenza non italiana nella sua parrocchia risponde sorpreso, ma pacifico, che la Chiesa è di tutti e tra tutti per primi ci sono quelli che hanno bisogno, italiani o stranieri.
E’ un’intervista scomoda quella che faccio a Don Natale anche fisicamente, perché lui non sta mai fermo la mattina che ci incontriamo, le cose da fare sono tante,fino a che finalmente ci sediamo sul bordo di pochi centimetri di un muretto mentre un bambino in bicicletta ci gira attorno,voltandosi apposta e sorridendoci, quando ci passa accanto. Chi è quel bambino domando a Don Natale, e lui alza gli occhi verso la casa famiglia sopra la parrocchia e comincia a rispondermi con un’altra domanda…Rivolta a sé …o a me che sono li …Il quesito è cosa ha visto questo bimbo e cosa può aver capito… Apre il cellulare e vediamo insieme un video: è Don Natale che parla con una donna straniera, poi saprò libica. Lei sa poco l’italiano ma Don Natale con voce rassicurante l’aiuta a esprimersi, e lei racconta che su quella barca grande ad un certo punto, ad ogni rollio, cadevano in mare persone. E’il racconto di una esperienza drammatica e lei ha gli occhi fissi fino a quando termina la narrazione con l’arrivo al Don Orione. Allora sorride e fuori campo si sente la voce di Don Natale contento nel sentire dire bene e serenamentequel nomee lo ripete anche lui. San Luigi Orione diceva “Anime! Anime!”mi racconta Don Natale, spiegando il valore che ha questa espressione e capisco che quando si tolgono le differenze e restano le anime,queste sono tutte uguali.
Senti però Don Natale…, aggiungo, …è difficile starti dietro: tu organizzi tante cose e seguirti è impegnativo. Lui ride e mi risponde con ironia che è vero quello che dico,tanto che qualcuno quando lo incontra, preoccupato delle cose da fare, cerca di evitarlo.. Si tratta, poi mi spiega, di sentirsi orionini: anime attive e allegre che hanno sempre l’obiettivo di aiutare chi ha bisogno e di festeggiare tutte le ricorrenze. E va bene prendo appunti…: 16 maggio, la festa di San Luigi Orione ….8 giugno, Festa del Sacro Cuore e poi…10 giugnoin ricordo dell’apparizione di Gesu’ a mare processione marina in località Riva Azzurra. Non si può mancare”.
Maria Gabriella Formicola