Le serrande si abbassano tutte insieme. Alle 18 i commercianti di Anzio e Nettuno sono pronti per battere in ritirata. E’ uno scenario surreale, quello di due città che da poco affollate diventano pian piano deserte.
Le misure del decreto per contenere il Coronavirus sono scattate da poche ore e in poche ore tutto è cambiato. I ristoratori e i commercianti hanno fatto, di comune accordo, una scelta responsabile. Hanno deciso di chiudere le attività, pensando prima di tutto alla salute pubblica. Poco dopo le 18 anche i bar e i negozi che hanno provato a resistere in questo primo giorno di “coprifuoco” si arrendono. In una manciata di minuti Nettuno si svuota. Restano aperte solo le farmacie, qualche frutteria, i supermercati, un negozio di occhiali e uno di abbigliamento, rigorosamenti vuoti. Soltanto i supermercati sembrano indenni all’onda del Coronavirus che in città ha fatto calare paura e silenzio. Alla spesa non si rinuncia, a qualunque ora c’è gente in fila fuori dai supermercati in attesa del suo turno, a un metro di distanza. Qualche anima in giro, poco prima dell’ora di cena, ancora c’è. Qualcuno corre sulla pista ciclabile, qualcuno passeggia con il suo cane, un anziano si alza dalla panchina e si incammina verso casa. Tutti sembrano mantenere le distanze, con lo sguardo un po’ perso e il volto pensieroso. C’è poco da stare tranquilli, basta guardarsi intorno.
Ad Anzio lo scenario è ancora più desolato. Su via Gramsci, deserta come mai, sfreccia un autobus. Lungo la via dei ristoranti sul porto, sempre superaffollata perfino nei giorni settimanali, non gira nessuno, fatta eccezione per una macchina della polizia locale che pattuglia il territorio. Anche ad Anzio e Nettuno – così vive anche in inverno ed anche senza scomodare i villeggianti – il Coronavirus è arrivato a presentare il conto.