Chiuse le porte degli edifici scolastici, lo scorso 4 di Marzo, come diffuso dai media nazionali e dalla Ministra dell’Istruzione, la didattica e le attività sono proseguite riccamente attraverso i mezzi digitali. La scuola italiana, dopo una serie di azioni incerte, ha definito, attraverso la Legge 107/2015, un Piano Nazionale per la Scuola Digitale, che ha avuto, durante la quarantena, un’accelerazione alla massima potenza. Tutte le scuole di Anzio e Nettuno si sono organizzate e nessun alunno, dei corsi di ogni ordine e grado, e’ rimasto senza lezioni giornaliere. “Bisogna dire che immediatamente dopo la chiusura ciascun insegnante, per non perdere l’immediatezza del contatto con gli allievi, si era organizzato liberamente con proprie piattaforme e strumenti digitali- spiega l’animatore digitale di un Istituto Comprensivo di Anzio, che prosegue- Poi il MIUR e gli uffici scolastici regionali hanno emanato una serie di direttive e ciascuna scuola ha allestito una piattaforma dedicata alla didattica a distanza. Tuttavia- conclude il professore- questa grande opportunità per la scuola è un vantaggio solo se i maestri, i professori, non si limitano alla lezione tradizionale come se fossimo in classe, per giunta sovraccaricando gli alunni di troppi compiti di tipo tradizionale, che possono generare una grave disaffezione verso la scuola. Pensare che la didattica a distanza possa rispettare i tempi e le modalità della didattica in presenza è un rischio grave, bisogna liberarsi dai tempi e dalle programmazioni della didattica in presenza. Bisogna ripensare percorsi didattici e tempo scuola in maniera differente, certo, è una via innovativa per la quale noi insegnanti dobbiamo metterci in gioco e cambiare profondamente, quello che impariamo noi adesso servirà a modernizzare il fare scuola per sempre”. Sono generalmente soddisfatti tutti i Dirigenti Scolastici per il lavoro svolto insieme agli insegnanti, nelle scuole di Anzio e Nettuno- in questa emergenza, la Dirigente del Circolo Didattico “Angelo Castellani” di Nettuno, Dott.ssa Renata Coppola, ci racconta: “Nell’ambiente virtuale che si è creato, pur mancando la relazione diretta, si è sentito un maggior senso di appartenenza alla comunità educante, l’unione in una situazione  difficile ha consolidato alleanze educative tra scuola e famiglie, da cui sicuramente i piccoli allievi del Circolo Didattico avranno vantaggi nel proseguimento del loro percorso educativo. – Prosegue la Dirigente- Per il personale docente è stata un’opportunità per la formazione e lo sviluppo delle competenze digitali con risultati che hanno sorpreso anche le stesse insegnanti, che si sono trovate catapultate in una nuova dimensione didattica ma che hanno saputo valorizzare i lavori degli alunni, di cui ricevo continuo feedback, e che dimostrano il grande impegno di tutti”. Gli studenti delle scuole superiori, dal canto loro, si organizzano e attraverso chat e piattaforme fanno le loro richieste per  limitare il carico di compiti,  laddove è avvenuto, dice Martina, che studia in una scuola di Nettuno: “Chiediamo chiarimenti ed alleggerimento dei compiti ai professori, alcuni non si rendono conto delle quantità di lavoro, ad altri sfugge che  diversi lavorano con i cellulari e non hanno PC , purtroppo vediamo a casa  che la cosa riguarda anche i nostri fratellini della scuola primaria che sopportano alle volte l’esagerazione delle maestre”.

Pensieri di una studentessa in quarantena
Ai tempi del Coronavirus la mia vita è molto cambiata, la mia routine non è più la stessa, faccio cose opposte a quelle che facevo prima. La maggior parte del tempo delle giornate dal lunedì al venerdì, lo dedico allo svolgimento dei compiti, che mi vengono assegnati sul registro elettronico della scuola, scolastico. Il resto del pomeriggio lo passo con i miei cugini nel nostro giardino, è uno spazio grande  di 1500 mq dove svolgiamo attività fisica, giochiamo a pallavolo, basket e ginnastica, facciamo anche esercizi a  corpo libero seguendo vari video su internet. Noi siamo abbastanza fortunati perché abitiamo in una villa trifamiliare, quindi qui non ci si annoia mai, nonostante non possiamo uscire a fare passeggiata in città come prima. Il sabato e la domenica sono ormai quasi uguali al resto della settimana, ma con la differenza che non mi dedico allo studio e la mattina mi alzo un po’ più tardi. In questa situazione di quarantena, tutto sommato, non ne sto risentendo tanto il cambiamento improvviso del mio solito stile di vita, anzi, sto rafforzando i rapporti con tutta la famiglia, sentendoci più uniti di prima e anche con me stessa dedicandomi più tempo. Quando si ritornerà alla vita di sempre non ricorderò questo periodo come un tempo “buio”, anzi è un esperienza da ricordare per poi raccontarla un giorno ai miei figli, ma, gli spiegherò anche il dolore e la sofferenza delle persone contagiate dal virus e di chi ce l’ha fatta e di quante ne sono morte. E come tutti siamo dovuti rimanere distanti l’uno dall’altro, quanti nonni e anziani sono rimasti soli, per non rischiare di essere contagiati, quante famiglie e amici divisi a causa di questa epidemia. Questi sono i momenti in cui capisci davvero il valore delle persone a cui vuoi bene e non vedi l’ora di rivedere, che nonostante la distanza riescono a trovare modi per starti vicino virtualmente per poi ritrovarli ancor più vicino fisicamente. Il giorno in cui vi ritroverete circondati e abbracciati dalle stesse persone che frequentavate prima, potremmo dire tutti insieme che ce l’abbiamo fatta e siamo stati più forti del COVID19.

Giulia De Simone – classe Terza superiore scuola di Nettuno