Bella e partecipata la serata organizzata, ieri, venerdì 17, al Forte Sangallo dall’associazione Memorie Nettunesi dal titolo Impressioni di Nettuno. Arte, poesia e…quattro chiacchiere il libertà”. A fare da sfondo al palcoscenico le foto d’annata e i dipinti d’autore della cittadina, immortalata e ricordata sin dai tempi antichi . A condurre la serata la giornalista Katia Farina, che ha presentato i balletti della Scuola di Danza GTS, e le poesie declamate in dialetto nettunese degli autori: Roberto Colarossi, Otello De Santis, Pino Faraone, Dalia Pietrangelo.
Bello e suggestivo il costume antico nettunese indossato dalle popolane nettunesi dell’Associazione La Stella Del Mare.
A rappresentare il Comune di Nettuno il Sindaco Alessandro Coppola e la consigliera Lorenza Alessandrini . “Sono nato al Borgo medievale, uno come me la nettunesità ce l’ha dentro.–ha affermato Coppola- L’amore per questa città è grande. Vorrei che certi valori fossero trasmessi a tutti, soprattutto giovani”.
Rodolfo Ottolini presidente dell’Associazione Memorie Nettunesi nel dare il benvenuto ha detto: “cercheremo di trasmettere lo spirito di questa iniziativa: tramandare la preziosa identità culturale del nostro paese, che vuole preservare e trasmettere alle nuove generazioni le tradizioni e il dialetto”. Mente il Direttore artistico Simone Massari ha illustrato cos’è il dialetto e il percorso da compiere per la sua valorizzazione.
A leggere le poesie: Daniela Venezia, Miriam Guglielmelli, Maria Luisa Petroni, Brunella Costantini, Patrizia Paccariè, Giorgio Massari.
I “Piccoli dialoghi tra persone nettunesi” di Pino Faraone sono stati recitati da Clara Bongiacci e Domenico Giardino.
Il brano letto durante la serata dello storico e viaggiatore dell’800′ Ferdinand Gregorovius, che descrive il costume nettunese: “Il costume consiste in un fazzoletto a strisce d’oro e d’argento rigido e piegato verso l’interno che ricopre il capo oltre il profilo, in un abito lungo rosso scuro, di seta o di velluto, ricamato agli orli in argento e oro che scende solenne ricoperto da una giacchetta dello stesso rosso con le falde delle maniche orlate di broccato. L’insieme dei gioielli, anelli d’oro, orecchini, coralli e bracciali completa il bell’abbigliamento. Talvolta il colore delle vesti è verde marino, blu violetto, oppure tutto nero o turchino e pare che questo costume principesco induca ad un fiero e nobile portamento, in verità ho visto queste povere nettunesi attraversare solennemente la loro città logora dalle intemperie, con la maestà delle romane e non meno belle di esse; molte avevano il più nobile profilo greco, capelli nerissimi ed occhi scintillanti, un quadro d’insieme squisito che avrebbe toccato il più duro dei cuori”.
foto di Fulvio Vecchiarelli e Claudio Pelagallo