Comitato per la difesa del territorio: una  nuova “emergenza” rifiuti?

Comunicato

Un articolo de “Il Messaggero” di domenica 10 ottobre 2021, a firma di Raffaella Patricelli, ci informa che presto si potrebbe ripresentare il problema della gestione dei rifiuti indifferenziati, nei comuni che conferiscono alla società RIDA ambiente di Aprilia.

Tutti ricordiamo quanto accaduto la scorsa estate ad Anzio e nei comuni limitrofi.

Pare  che  RIDA ambiente abbia indirizzato un messaggio alla Procura di Roma e alla direzione generale  rifiuti della Regione Lazio, in cui  RIDA  diffida la Regione Lazio, ancora una volta, affinché dia l’autorizzazione per una discarica di servizio, ove conferire gli scarti di lavorazione.

Si ricorda ai più distratti che gli impianti TMB (trattamento meccanico biologico) come  quello di RIDA, separano l’indifferenziato in CSS/CDR (combustibile per inceneritori e cementifici, composto da carta e plastiche) e FOS (frazione organica stabilizzata), ossia la frazione organica presente nell’indifferenziato (che in realtà non ci dovrebbe stare), che viene essiccata ed appunto “stabilizzata”. Questa FOS non è ovviamente compost di qualità , in quanto inquinata da altri rifiuti.

Agli impianti TMB serve una discarica ove conferire la FOS e altri scarti di lavorazione, cioè la restante parte dei rifiuti urbani trattati. Nel Lazio ci sono pochissime discariche funzionanti; La Regione Lazio ed il comune di Roma hanno da poco riaperto con la forza la discarica esaurita di Albano-Roncigliano, nonostante la ferma opposizione dei sindaci del comprensorio e dei cittadini.

Da anni  RIDA ambiente ha un contenzioso  aperto con la Regione Lazio ed il comune di Aprilia, per l’autorizzazione e  trasformazione in discarica di una ex-cava in località La Cogna (Aprilia), di proprietà di Paguro srl, società riconducibile a RIDA.

Dal 15 luglio al 6 agosto 2021 RIDA ha chiuso l’impianto, ufficialmente per manutenzione (nel pieno della stagione estiva);  RIDA minaccia di chiudere nuovamente il suo impianto, perché sostiene di non sapere dove conferire gli  scarti di lavorazione, ma probabilmente anche per esercitare pressioni sugli enti pubblici coinvolti.

Resta il fatto che nel Lazio la situazione rifiuti urbani è sempre più fuori controllo, a seguito dell’inerzia dei comuni, delle province e della regione, che per più di 40 anni si sono affidati alla discarica di Malagrotta a Roma (ed a poche altre discariche nel Lazio , riconducibili alla stessa proprietà).   Lo scaricabarile non funziona più.

Anche i cittadini devono assumersi le proprie responsabilità sulla gestione dei rifiuti urbani;   non si può pensare che sia solo la pubblica amministrazione a farsi carico del problema. I cittadini devono fare pressioni sulle pubbliche amministrazioni coinvolte e, soprattutto, differenziare i propri rifiuti.

Ad Anzio, in attesa che avvenga il passaggio delle consegne nella gestione   della raccolta dei rifiuti urbani, serve un cambio di passo.

Comitato per la difesa del territorio, Anzio