“Non posso credere che dopo gli oltre 17mila abusi edilizi oggetto di istanza di sanatoria, ad Aprilia ci sia ancora chi invoca un nuovo condono! La Città ha bisogno di ben altro e la tutela dell’area nord significa anche una nuova vocazione economica, più forte, più duratura, più redditizia e più ecologicamente sostenibile di quella attivata dai condoni.
Non sono solito replicare a dichiarazioni altrui rilasciate agli organi di informazione, preferisco mantenere il confronto all’interno delle sedi istituzionali, ma stavolta devo fare un’eccezione – in merito alle dichiarazioni dei consiglieri Renzi e Boi – perché nell’ultima commissione urbanistica questo specifico aspetto non è stato affrontato. Stiamo lavorando per far sì che il vincolo di tutela non incida in alcuna misura sulle richieste di sanatoria già presentate; a tal proposito abbiamo accolto il positivo suggerimento del consigliere Boi e a gennaio torneremo in commissione dopo aver mappato tutte le domande di condono poste all’interno del perimetro oggetto del vincolo. Cosa assai diversa, invece, è tirare in ballo gli ulteriori 3200 immobili illegittimi che (per il momento) l’Agenzia del territorio ha censito in tutta la città, non solo all’interno del perimetro del nuovo vincolo. Si tratta di abusi totali commessi dopo il 2004 che, secondo l’attuale normativa dallo Stato, non hanno alcuna possibilità di diventare legittimi.
Bloccare la tutela di un’area magnifica come quella posta al nord della Città, nella speranza vana che giunga una nuova legge di condono, è fortemente ingiusto, oltre che terribilmente miope! L’abusivismo di necessità che ha caratterizzato gli anni ’70 e ’80 non esiste più e, nonostante questo, ancora oggi paghiamo l’impatto disastroso di un fenomeno enorme: se il Parlamento consentisse un nuovo condono per Aprilia sarebbe un disastro!
La variante di Recupero dei nuclei abusivi, che si avvia finalmente alla fase finale, unitamente agli altri strumenti urbanistici ad essa correlati, segna un passaggio epocale: la conclusione della stagione degli abusi, che tante ferite ha inferto al nostro territorio e l’avvio di una nuova fase di tutela e valorizzazione ambientale. Da questa riflessione politica è nata l’idea di proporre al Ministero un vincolo paesaggistico, con l’intento di imprimere anche una differente vocazione economica.
Vorrei concludere, sottolineando ancora che il vincolo non è solo un freno ad eventuali progetti di sfruttamento del territorio, ma anche un’opportunità di crescita economica, soprattutto in chiave turistico-ricettiva, per un’area che è caratterizzata da un potenziale attrattivo, da un punto di vista naturale e persino storico, capace di conciliare sostenibilità e sviluppo”.
Omar Ruberti Assessore con delega all’Urbanistica e assetto del territorio,