Nei giorni scorsi è stato ultimato il restauro di due importanti luoghi della memoria presenti nella Città di Nettuno.
Si tratta di due targhe che ricordano vicende e protagonisti della Resistenza e della Guerra di Liberazione.
La prima, in piazza Mazzini, ricorda l’insurrezione dei nettunesi contro i nazifascisti avvenuta nel settembre del 1943, quando a ridosso dell’armistizio, tanto in Italia quanto all’estero, le Forze Armate italiane insieme alla popolazione ingaggiarono battaglia contro l’invasore tedesco e contro i fascisti che lo supportavano, dando inizio alla Guerra di Liberazione nazionale.
La targa fa riferimento agli avvenimenti che hanno riguardato Nettuno in quei giorni, quando i reparti della 220° divisione costiera, coadiuvati da patrioti locali che volontariamente si unirono ai soldati del Regio Esercito, diedero vita alla resistenza contro le truppe germaniche e tenne il presidio fino al 10 settembre.
La seconda, sulla facciata dell’edificio comunale, ricorda il partigiano decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria Eugenio Curiel, assassinato dai fascisti il 24 febbraio 1945. Di famiglia ebrea, il giovane Curiel, laureato in fisica e assistente all’Università di Padova, fu costretto dalle leggi razziali a lasciare l’insegnamento. Impegnato nell’attività clandestina antifascista, nel 1939 venne arrestato da agenti dell’Ovra e fu detenuto per qualche mese nel carcere di San Vittore per poi, dopo il processo e la condanna, essere confinato per cinque anni a Ventotene. Dopo la caduta del fascismo tornò a Milano dove prese, di fatto, la direzione de L’Unità clandestina e della rivista comunista La Nostra Lotta. Nel capoluogo lombardo tenne i contatti con gli intellettuali antifascisti e promosse la costituzione dell’organizzazione giovanile della Resistenza, il Fronte della Gioventù per l’Indipendenza nazionale e per la Libertà. Il mattino del 24 febbraio 1945, a due mesi dalla Liberazione, mentre si recava ad un appuntamento, venne sorpreso in piazzale Baracca da una squadra di militi repubblichini guidati da un delatore. Non tentarono nemmeno di fermarlo: gli spararono una raffica quasi a bruciapelo. Il giovane si rialzò e si rifugiò a fatica in un portone, ma qui venne raggiunto e finito dai fascisti. Il giorno dopo, sulla macchia rimasta, una donna pose dei garofani.
Il restauro delle targhe è stato realizzato dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia con il contributo del Ministero della Difesa, che ogni anno assegna alle Associazioni combattentistiche dei fondi destinati al restauro dei monumenti e dei luoghi della memoria.
Importante è stato il sostegno delle Istituzioni cittadine: il Commissario Bruno Strati che subito ha sposato il progetto e l’Ing. Benedetto Sajeva che ha svolto il lavoro amministrativo. I lavori di restauro sono stati messi in opera dalla ditta “I Marmi” di Dino Vellitri che ha riportato a nuovo le lapidi e inciso nuovamente i caratteri ivi scolpiti.
Riteniamo sia di fondamentale importanza per la comunità cittadina il ripristino di queste targhe, così che le cittadine e i cittadini, soprattutto i più giovani, possano apprendere da dove viene la nostra democrazia e come è stata scritta la Costituzione.
Nel prossimo periodo verranno organizzate cerimonie e iniziative di inaugurazione e proporremo alle Istituzioni un percorso da svolgersi attraverso momenti di ricordo e memoria di personaggi e avvenimenti della Resistenza, in un anno, il 2023, in cui in tutta Italia verrà celebrato l’80° anniversario dell’inizio della Guerra di Liberazione.