Milano. Spruzza deodorante spray sulla figlia neonata per farla ricoverare, arrestata la madre 29enne

Sono state le telecamere poste dagli investigatori ad incastrare una giovane mamma, 29 anni, residente nel Varesotto che è stata arrestata sabato a Milano con l’accusa di maltrattamenti in famiglia aggravati nei confronti della figlioletta di 16 mesi.

Una madre è stata arrestata per maltrattamenti aggravati nei confronti della figlia neonata: le indagini dei Carabinieri sono scattate quando i medici hanno notato sul corpo della piccola delle lesioni e abrasioni.

Stando alle prime informazioni, per due mesi la donna avrebbe portato la figlia in ospedale dove veniva ricoverata per qualche giorno. Poi le dimissioni senza una vera diagnosi clinica e il ritorno a casa. Lo scorso 4 febbraio per la donna sono scattate le manette.

Secondo la Procura di Milano, in base a quanto ricostruito dalle indagini eseguite dalla squadra Mobile milanese, era proprio la 29enne a provocare quelle ferite alla bambina spruzzandole del deodorante spray da una bomboletta a distanza ravvicinata “procurandole in modo reiterato lesioni personali, assoggettandola a sofferenze fisiche e morali, costringendola a vivere in penose condizioni di vita e in permanente stato di ricovero”, ha scritto la gip Patrizia Nobili.

I primi sospetti sono stati palesati dal personale di uno degli ospedali milanesi in cui ha fatto ricoverare la bambina. La polizia ha quindi iniziato a indagare guardando anche le immagini catturate dalle telecamere di sorveglianza. Si vede la 29enne che porta la figlia nel bagno della stanza con in mano il deodorante. “Ma perché ogni volta devi sempre piangere?”, le dice prima di premere lo spray contro la sua pelle per 11 secondi. Alle grida della neonata, la madre le risponde che deve smetterla mentre spruzza ancora deodorante.

“Azioni consapevoli e volontarie”, ha scritto la gip, “condotte che persistono anche a fronte delle urla e dei pianti insistiti e fragorosi della bambina, che denotano inequivocabilmente che la minore soffre fisicamente in modo evidente dell’azione del gas sul suo corpo”. Fuori dalla stanza, ad attenderle, c’era il padre della bambina risultato estraneo a quanto stesse accadendo. Un’altra volta, invece, la 29enne ha versato un po’ del contenuto del biberon sull’addome della figlia, dicendo all’infermeria: “Ha vomitato tutto”, facendole credere che la piccola avesse sintomi di altri problemi.

Le tracce di alluminio e le “azioni consapevoli e volontarie”
In alcuni esami era stato trovato nel sangue e sui tamponi cutanei un elevato tasso di alluminio. Sostanza di solito presente nei deodoranti in commercio.

Secondo gli inquirenti, la 29enne potrebbe aver fatto tutto questo per tenere la bimba il più possibile in ospedale. Non è escluso che la donna soffra di un disagio o di una forma di depressione post partum. Ora la bambina è stata affidata ai servizi sociali dell’ospedale.