Dopo le parole del presidente del Senato La Russa secondo il quale il 25 aprile è una festa divisiva, non sono mancate le reazioni perché la liberazione divide un prima e un dopo, da un regime dittatoriale e sanguinario alla libertà e la democrazia.
“Il 25 aprile è una data “divisiva solo per i fascisti. Purtroppo c’è ancora qualcuno in questo Paese che rimane affezionato a quelle idee di morte e distruzione”. Lo ha detto all’Adnkronos lo storico dell’arte Tomaso Montanari, parlando della Festa della Liberazione. Montanari ricorda che “la Costituzione fu scritta da tutti ma non dai fascisti e, come dice il presidente Mattarella con una frase molto felice, è il contrario del Fascismo. Chi non si riconosce nella Costituzione, che è il dettato della democrazia, è evidentemente portatore di idee non democratiche”.
E sul fatto che nelle disposizioni transitorie della Costituzione il divieto per gli ex gerarchi fascisti di candidarsi alle elezioni fosse limitato a cinque anni, Montanari chiarisce: “Il problema non è quello che si è stati, ma quello che si è ancora. Purtroppo c’è ancora oggi chi continua a professare idee fasciste nostalgiche. Ma ci sono anche i nuovi fascisti che sono in continuità sostanziale di idee con il vecchio regime, come quelli che parlano di sostituzione etnica. E non solo in Italia ma in tutta Europa”, conclude.