Mentre nelle grandi città turisti e residenti faticano a trovare un taxi disponibile arriva il via libera in Cdm al decreto legge recante disposizioni urgenti a tutela degli utenti e in materia di attività economiche e investimenti, tra queste l’annoso problema della carenza di taxi in un paese che basa sul turismo buona parte del suo pil.
Il dl Asset varato dal Cdm interviene a regolare il settore dei taxi, ma che di fatto cambia poco: “Si conferisce ai comuni la possibilità di rilasciare, in via sperimentale, licenze aggiuntive per l’esercizio del servizio soprattutto per fronteggiare periodi di straordinario incremento della domanda, con una durata, in ogni caso, non superiore ai dodici mesi, prorogabili per un massimo di ulteriori dodici mesi per esigenze di potenziamento del servizio. Le licenze possono essere rilasciate in favore dei soggetti già titolari di licenza, che possono poi valorizzarle attraverso affidamento anche a titolo oneroso a terzi purché in possesso dei requisiti”. Quindi per non scontentare la lobby dei tassisti le licenze andrebbero a chi ne già ne possiede una.
“I comuni capoluogo di regione, sede di città metropolitana e i comuni sede di aeroporto internazionale potranno bandire un concorso straordinario per il rilascio di licenze aggiuntive in misura non superiore al 20 per cento di quelle esistenti. Queste licenze però saranno vincolate alla disponibilità di un veicolo elettrico o ibrido. Per chi vorrà ci saranno incentivi per l’uso delle auto green. Infine si promuove il ricorso alla possibilità di turnazioni integrative e doppia guida, ampliandola a livello nazionale”, si legge ancora in una nota del Mit.
Le associazioni dei consumatori
“Sui taxi ci troviamo di fronte a un altro provvedimento spot del Governo” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Ci riserviamo, ovviamente, di esprimere un giudizio finale quando avremo a disposizione un testo, ma a giudicare da quanto finora emerso, sui taxi si tratta o di cose inutili o di un riciclo di cose vecchie. Già oggi i Comuni e le Regioni possono aumentare a piacimento le licenze, peccato che, essendo ostaggi dei tassisti, non lo facciano mai. Insomma, un incremento che resterà sulla carta, o, peggio ancora, d’ora in poi avrà pure un tetto del 20 per cento che attualmente invece non esiste” aggiunge Dona.