La mafia ad Anzio e Nettuno e il condizionamento dell’attività Comunale nella relazione semetrale del Ministro dell’Interno

Pubblichiamo uno stralcio della nuova RELAZIONE del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al Parlamento sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia

Nel Lazio “Le organizzazioni mafiose sia tradizionali, sia autoctone, anche nel semestre in esame hanno continuato a perseguire i loro interessi illeciti nel settore imprenditoriale, instaurando una rete di opportunistiche relazioni nel mondo delle professioni e in quello economico-finanziario, grazie a taluni soggetti disponibili a realizzare complesse schermature e interposizioni fittizie di beni illegalmente accumulati, non sempre di agevole individuazione. La posizione geografica, gli importanti scali portuali e aeroportuali e l’ampio mercato, costituito dalle numerose e variegate attività commerciali, offrono la possibilità alle organizzazioni criminali di sviluppare nel territorio laziale, e in particolare romano, tutti i passaggi fondamentali delle attività illecite intraprese”.

“Già le operazioni “Propaggine”6 e “Tritone”7, descritte nella precedente Relazione semestrale, hanno dimostrato quanto il territorio laziale e della Capitale costituisca oggetto d’interesse per le mafie tradizionali…”

“A seguito della menzionata operazione “Tritone”, eseguita dall’Arma dei
carabinieri nel febbraio 2022, nel semestre in esame il Prefetto di Roma pro tempore ha avviato un’istruttoria che ha determinato prima il commissariamento e poi lo scioglimento dei Comuni di Anzio e Nettuno. Il quadro indiziario da cui erano scaturite le misure cautelari a carico di 65 soggetti, aventi legami con le cosche MADAFFARI, GALLACE, PERRONACE e TEDESCO, aveva infatti fatto emergere elementi sintomatici dell’ingerenza della criminalità organizzata nei sopra citati Enti locali.
In particolare, come riportato nel decreto del Presidente della Repubblica del 23 novembre 2022 relativo allo scioglimento del Comune di Anzio, “dall’esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalità organizzata che hanno esposto l’amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l’imparzialità dell’attività comunale”, e “la permeabilità dell’ente ai condizionamenti esterni della criminalità organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettività e ha determinato la perdita di credibilità dell’istituzione locale”.

Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi