Le mafie in Provincia di Latina: il traffico di droga, il riciclaggio nelle attività economiche e il condizionamento degli Enti pubblici nella relazione semestrale del Ministro dell’Interno

Pubblichiamo uno stralcio della nuova RELAZIONE del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al Parlamento sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia

“Nel Lazio “Le organizzazioni mafiose sia tradizionali, sia autoctone, anche nel semestre in esame hanno continuato a perseguire i loro interessi illeciti nel settore imprenditoriale, instaurando una rete di opportunistiche relazioni nel mondo delle professioni e in quello economico-finanziario, grazie a taluni soggetti disponibili a realizzare complesse schermature e interposizioni fittizie di beni illegalmente accumulati, non sempre di agevole individuazione. La posizione geografica, gli importanti scali portuali e aeroportuali e l’ampio mercato, costituito dalle numerose e variegate attività commerciali, offrono la possibilità alle organizzazioni criminali di sviluppare nel territorio laziale, e in particolare romano, tutti i passaggi fondamentali delle attività illecite intraprese”.

“Le realtà criminali autoctone anche in provincia di Latina e nel basso Lazio hanno dimostrato nel tempo la capacità di determinare le condizioni di assoggettamento ed omertà al pari delle organizzazioni tradizionali più note e meglio strutturate. I sodalizi CIARELLI, TRAVALI e DI SILVIO mantengono la loro influenza sul tessuto economico e sociale del territorio.
Numerose sono in quest’area le proiezioni di clan camorristici quali i MOCCIA, CASALESI, BARDELLINO, MALLARDO, GAGLIARDI-FRAGNOLI, RICCI, DI LAURO, POLVERINO, nonché di formazioni di matrice ‘ndranghetista quali i TRIPODO-ROMEO, LA ROSA, BELLOCCO, ALVARO, COMMISSO, MADAFFARI e GALLACE, non di rado in strategica collaborazione con i locali gruppi delinquenziali.
Anche in questo territorio il traffico di stupefacenti rappresenta il fulcro più redditizio delle varie compagini criminali, oltre alle classiche attività di usura ed estorsione. I settori dello smaltimento dei rifiuti e del ciclo del cemento costituiscono un business importante, unitamente a quello agricolo, in cui emerge il fenomeno del caporalato e delle cc.dd. agromafie. Ne conseguono le crescenti e sempre più sofisticate esigenze di riciclaggio dei sodalizi che non possono prescindere dalla collaborazione con soggetti compiacenti dell’imprenditoria operanti su quel territorio.
Il 26 ottobre 2022 la Polizia di Stato ha eseguito, nelle province di Roma, Latina, Frosinone e L’Aquila, un provvedimento di sequestro25 finalizzato alla confisca, emesso dal Tribunale di Roma, riguardante beni e assetti societari per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro, riferibili a imprenditori attivi nei settori immobiliare e della gestione dei rifiuti, già coinvolti nel 2017 nell’operazione denominata “Dark Side”. L’indagine disvelò l’esistenza di un sodalizio criminale dedito all’illecito smaltimento dei rifiuti, accertando numerosi sversamenti abusivi, aventi ad oggetto anche rifiuti di natura tossica e generanti elevatissimi profitti illeciti.
Successivi approfondimenti investigativi hanno consentito di raccogliere ulteriori e gravi elementi indiziari a carico dei proposti in ordine ai reati commessi, quali intestazione fittizia di beni, autoriciclaggio, appropriazione indebita ed emissione di fatturazioni per operazioni inesistenti”.

Provincia di Latina Basso Lazio
“Nel basso Lazio si assiste ad una convergenza di interessi illeciti da parte di strutture criminali di diversa matrice che interagiscono alla costante ricerca di un equilibrio strategico creando, in taluni casi, agglomerati criminali di complessa lettura info-investigativa. Nel territorio pontino, infatti, le organizzazioni autoctone si caratterizzano per un’autonomia che, per certi aspetti, risulta anche più marcata rispetto a quella riscontrabile nella Capitale; pertanto, la silente infiltrazione di camorra e ‘ndrangheta deve necessariamente confrontarsi e raggiungere una multiforme e opportunistica collaborazione con gli ambienti delinquenziali del luogo.
A Latina e nella sua provincia si registrano proiezioni di numerosi clan camorristici, nonché di cosche di ‘ndrangheta che, in una prospettiva strettamente affaristica, interagiscono con talune organizzazioni criminali autoctone tese a perseguire i propri interessi, emulando lessico e metodologie tipiche dei contesti mafiosi.
DI SILVIO, CIARELLI e TRAVALI sono gruppi che hanno contribuito a creare un clima di diffusa omertà del tutto equiparabile a quello ingenerato dalle mafie tradizionali nei territori di origine, con possibili ripercussioni, dirette o indirette, anche nel tessuto socio-economico e amministrativo.
Il traffico di stupefacenti resta anche in quest’area la più redditizia delle attività illecite, a cui si aggiungono estorsioni, usura, riciclaggio, indebite ingerenze nel settore dei rifiuti con frequente ricorso agli sversamenti abusivi, lottizzazioni abusive o comunque opere di trasformazione urbanistica non autorizzate, agromafie e caporalato. I tentativi di condizionamento e
d’infiltrazione nei locali apparati amministrativi e politici, rappresentano inoltre per le consorterie un obiettivo primario propedeutico, di fatto, ad orientare l’aggiudicazione delle gare d’appalto o ad agevolare il rilascio di concessioni e autorizzazioni amministrative, soprattutto nel settore edilizio e balneare.
Possibili episodi di corruttela erano già emersi nel corso dell’operazione “Scheggia”39 conclusa dalla Polizia di Stato con l’arresto di 5 soggetti, tra cui alcuni componenti del clan DI SILVIO, ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsione, atti di illecita concorrenza, violenza privata e a una serie di illeciti con l’aggravante delle modalità mafiose.
La successiva operazione “DUNE”40 aveva invece documentato presunte irregolarità e interferenze nelle gare d’appalto indette dal Comune di Sabaudia (LT), alcune delle quali relative all’organizzazione di una delle prove della Coppa del mondo di canottaggio, che si
sarebbe dovuta svolgere nell’aprile nel 2020, rimandata poi a giugno del 2021 a causa della pandemia.
Il 15 giugno 2022, a conclusione di un’articolata indagine, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 16 appartenenti al gruppo CIARELLI indagati, a vario titolo, per estorsione, truffa, violenza privata, danneggiamento e lesioni, aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolazione mafiosa. Il sodalizio sarebbe stato responsabile di diversi episodi di estorsione e di usura, in danno di imprenditori e commercianti, mostrando capacità di intimidazione assimilabili a quelle tipiche delle organizzazioni mafiose “facendo valere la forza di intimidazione promanante dalla loro caratura criminale derivante dall’appartenenza al gruppo”.
Il 19 luglio 2022, l’Arma dei carabinieri ha dato esecuzione ad un’ordinanza cautelare41 emessa dal Tribunale di Roma a carico di 6 indagati, a vario titolo, per falso, turbata libertà negli appalti riguardanti l’affidamento in gestione di spiagge e servizi connessi con la balneazione, oltre a frodi, indebite percezioni di erogazioni pubbliche e rivelazioni del segreto d’ufficio. Dalle
complesse attività svolte, che avrebbero coinvolto circa 50 indagati, è emersa una pluralità condotte penalmente rilevanti connessi con la gestione dei servizi relativi alla balneazione, ad illegittime sanatorie riguardanti opere e manufatti insistenti nel pubblico demanio marittimo, a lavori ed opere pubbliche eseguite e commissionate dal Comune di Terracina, nonché all’illegittima acquisizione e gestione di fondi economici strutturali.
Il 22 novembre 2022 l’Arma dei carabinieri ha eseguito un’altra ordinanza di custodia
cautelare42, emessa dal Tribunale di Napoli su richiesta della DDA partenopea, nei confronti di 37 persone, alcune delle quali considerate elementi di spicco del clan dei CASALESI e vicine alle fazioni SCHIAVONE e BIDOGNETTI. Tra i destinatari delle misure restrittive anche 2 soggetti gravitanti nell’area di Formia (LT) vicini ad elementi di spicco dell’organizzazione. Le articolate indagini, che hanno ricostruito circa un triennio di condotte illecite, hanno documentato, oltre al reato associativo, numerose condotte estorsive in danno di operatori commerciali e un intenso traffico di stupefacenti, con un capillare controllo anche delle attività di cessione di droga operate da terzi soggetti, indotti a versare somme di denaro a favore del sodalizio per potersi assicurare la gestione delle piazze di spaccio.
Sempre nell’ambito dell’attività di contrasto al narcotraffico, a seguito dell’individuazione di una piantagione con oltre 2700 piante di Cannabis e del rinvenimento di circa 130 kg di marijuana già essiccata e pronta alla vendita, la Polizia di Stato il 10 dicembre 2022 ha tratto in arresto 3 soggetti di nazionalità straniera per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti”.

Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi