Interessante e molto partecipata la conferenza che si è svolta ieri, 20 ottobre, presso l’hotel lido Garda organizzata dal Lions Club Anzio Nettuno host, dal titolo “La corruzione sotto mentite spoglie: l’influenza delle mafie nelle Istituzioni locali”.
A cui hanno partecipato tra gli altri: il Dott. Franco Roberti, già Procuratore Nazionale Antimafia e parlamentare Europeo e Don Luigi Ciotti, sacerdote, fondatore di “Libera” contro le mafie. Il vescovo di Albano Mons. Vincenzo Viva e i due Commissari Prefettizi: Antonella Scolamiero e Antonio Reppucci, chiamati ad amministrare i Comuni di Anzio e Nettuno a seguito dello scioglimento per mafia dei consigli comunali.
“La corruzione e un catalizzatore delle organizzazioni mafiose, le mafie utilizzano la corruzione per entrare nelle istituzioni. -ha affermato l’on. Roberti -La violenza per queste organizzazioni è sempre meno marcata mentre la corruzione e in espansione. Corruzione vuol dire vendita delle proprie funzioni. La corruzione destabilizza l’economia sana, crea sfiducia nei cittadini. Però tocca a noi cittadini mettere in campo le risorse migliori dello stato, la magistratura, le forze dell’ordine, ma anche l’antimafia sociale fatta dalle persone oneste.
In questi territori le mafie investivano i soldi provento della droga nel sostegno elettorale dei politici, per aggiudicarsi appalti pubblici. Le gare d’appalto spesso non sono trasparenti, e purtroppo c’è chi vorrebbe abolire il reato di abuso d’ufficio”.
“Ci sono dei momenti nella vita in cui tacere è una colpa e parlare è un dovere etico. E noi abbiamo il dovere di alzare la voce -ha affermato nel suo appassionato intervento Don Ciotti-. Come ha detto Papa Francesco “il cristiano si sporchi le mani nelle grandi questioni sociali” e quindi siamo chiamati a leggere i contesti delle realtà che ci circondano. Occorre non sottovalutare il modello culturale delle mafie, il male esiste e va affrontato e va riconosciuto, e chiamato per nome: corruzione e mafia, un problema che è stato per lungo tempo minimizzato e sottovalutato. La corruzione delle coscienze prima e delle istituzioni poi,-ha aggiunto il sacerdote- dobbiamo difendere le istituzioni perché sono sacre. Le mafie non ci rendono liberi. Occorre riconoscere che oggi le mafie sono più forti di prima, sparano di meno, ma nella coscienza dei cittadini a fare la differenza è l’indifferenza, si è passati dal crimine organizzato al crimine normalizzato, la mafia è diventata una delle tante cose. Noi dobbiamo essere i protagonisti del cambiamento. È una nostra responsabilità, il noi che vince, e la liberazione dall’io e dall’egoismo”.