Il Coordinamento Antimafia: “esponenti delle maggioranze che hanno guidato i comuni di Anzio e Nettuno “ignoravano” il potere e la diffusione della ‘ndrangheta”
“Il processo contro la locale di ‘ndrangheta di Anzio e Nettuno stà confermando l’enorme gravità della penetrazione dei sistemi mafiosi nelle maggioranze che hanno governato, per decenni, il comune di Anzio. La stessa corte di appello di Roma confermando le condanne per associazione di tipo mafioso, emesse dal gup di Roma Roberto Saulino, ha evidenziato:” si coglie nitidamente il condizionamento esercitato, dai componenti della locale di ‘ndrangheta il cui appoggio era percepito dagli stessi politici locali come determinante per vincere le elezioni in quei comuni”.
Le udienze che si tengono innanzi al tribunale di Velletri presieduto da Silvia Artuso, riportate integralmente dalla meritoria opera di Radio Radicale, hanno raccontato delle sottovalutazioni, delle “opacità” e delle “strabilianti” distrazioni di un numero, elevato, di uomini che, indossando una divisa, avrebbero dovuto percepire la gravità di un fenomeno mafioso così pervasivo e diffuso.
Abbiamo poi appreso, che i più illustri ed autorevoli esponenti della maggioranza che ha guidato i comuni di Anzio e Nettuno “ignoravano” il potere e la diffusione della ‘ndrangheta sui nostri territori. Molti di costoro sono stati fotografati, intercettati e video ripresi con esponenti apicali della famiglia Perronace mentre svolgevano la loro attività politica con un soggetto agli arresti domiciliari…
Questa associazione, dal 1995 ad oggi, è impegnata sul territorio nella denuncia dei fenomeni mafiosi. Per amore della verità dobbiamo ricordare che, ben 20 anni fa, chiedemmo all’amministrazione di Anzio guidata dal sen. De Angelis di costituirsi parte civile nei processi Appia -Mithos e Sfinge. La suddetta amministrazione ha sempre respinto le richieste, cosa che invece fece il comune di Nettuno, con una giunta di centro sinistra, guidata dall’allora sindaco Alessio Chiavetta che si costituì in tutti i processi citati.
Ci chiediamo è possibile che questi autorevoli esponenti politici abbiano ignorato decine e decine di attentati?Bombe intimidazioni con il fuoco?Tutte ai danni di commercianti, esponenti politici e della pa. Ignorando tra l’altro le inchieste giornalistiche pubblicate sui quotidiani nazionali come Il Fatto Quotidiano, la Repubblica e il Corriere della sera che raccontavano della pervasività delle mafie sul litorale..Noi stessi in moltissime occasioni pubbliche che abbiamo promosso, in questi anni con altre associazioni, abbiamo ricordato le parole che il collaboratore di giustizia ex appartenente alla ‘ndrangheta Giacomo Lauro riferì quasi trent’anni fa nelle aule di giustizia: “negli anni 70 passavo la mia latitanza a Falasche a casa di Nicola Perronace”. No le mafie non c’erano..Forse non si volevano vedere ma
Questo è il quadro desolante, sino ad ora, emerso grazie all’impegno dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma che hanno aggirato ostacoli grandissime per portare a termine una delle inchieste più difficili sulla ‘ndrangheta nel Lazio. Questo contesto che ha già portato a condanne, pesantissime, anche in secondo grado, grazie al grandissimo impegno dei sostituti procuratori Giovanni Musarò e Alessandra Fini della DDA di Roma. Ci aspettiamo ora che ci sia una parola definitiva delle istituzioni sulle complicità di un pezzo di classe dirigente locale”. Edoardo Levantini presidente Associazione coordinamento antimafia Anzio Nettuno