L’impianto di compostaggio Kyklos-Acea di via Ferriere -Nettuno verrà ampliato con una centrale Biogas. Vane le proteste degli abitanti della zona.
di Claudio Pelagallo
La Kyklos non lascia, anzi raddoppia. Mentre l’impianto esistente, dopo i ricorsi del comitato cittadini NoMiasmi, continua a essere sotto osservazione per tutti i problemi causati: odori pestilenziali e forse inquinamento delle falde, nel frattempo verrà autorizzato il raddoppio a centrale biogas dell’impianto che sorge al confine tra Nettuno e Aprilia. La Provincia di Latina ha, infatti, convocato la seduta conclusiva della Conferenza di Servizi ai sensi dell’art. 208 del D.Lgs n. 152/06 – art. 12 del D.Lgs n. 387/03, il prossimo 29 gennaio. Nella convocazione si parla di “definizione” dell’autorizzazione del nuovo impianto biogas della Kyklos, sulla base del decreto del ministro Clini, entro il 15 febbraio 2013. Decreto evidentemente emanato per la grave situazione rifiuti di Roma, e che individua le zone al di fiori della Provincia di Roma dove scaricare e trattare i rifiuti della Capitale. “La Società Kyklos inoltre- si legge nella nota della Provincia di Latina-, con nota acquisita al prot. n. 93324 del 31/12/2012, ha presentato la documentazione integrativa richiesta nel corso della suddetta seduta della conferenza dei servizi, di cui si trasmette a codesti Enti in indirizzo copia su formato elettronico. Si trasmette, altresì, copia del Decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, prot. n. 1 del 03.01.2013 e successivo prot. n. 3 del 09.01.2013, secondo cui i procedimenti di autorizzazione in itinere per gli impianti di compostaggio della frazione organica e di trattamento meccanico biologico dei rifiuti urbani nella Regione Lazio debbono essere definiti entro il 15.02.2013”. Ancora una volta l’inefficienza degli amministratori della Regione e della Capitale, Polverini e Alemanno, si scarica sui territori lontani da Roma che devono subire l’ampliamento delle discariche come quella di Borgo Montello, degli inceneritori come quello di Albano e le centrali Biogas come quella di via Ferriere, per il trattamento dei rifiuti prodotti senza raccolta differenziata nella capitale. A farne le spese le comunità locali costrette a subire cattivi odori, inquinamento ambientale e deprezzamento di terreni e fabbricati.