Due vicende certo diverse, che nello stesso giorno dimostrano plasticamente quanto i giornalisti denunciano da anni: la riforma Cartabia sta creando un grosso problema alla libertà d’informazione, perché vieta la pubblicazione delle notizie e di fare i nomi anche dei delinquenti. A Palermo, un procuratore capo denuncia di sentirsi imbavagliato da una legge dello Stato. A Padova, la notizia di un femminicidio resta ignota per un anno. “In questi giorni mi sono trincerato nel silenzio, non ho risposto alle domande rivolte dai giornalisti, ma l’ho fatto semplicemente perché è giusto che si sappia che in Italia non è consentito fare diversamente, perché il decreto 106 del 2006 vieta al procuratore della Repubblica di fare dichiarazioni se non in occasioni particolari. Si possono utilizzare solo il comunicato stampa e la conferenza stampa. La legge crea ostacoli notevoli all’attività della libera informazione, ma credo che tutti i cittadini, anche i magistrati, sono tenuti a rispettare le leggi anche quando non piacciono, ecco perché non ho potuto dire nulla. Spero ci sia comprensione”. Lo ha detto il procuratore capo di Termini Imerese Ambrogio Cartosio iniziando la conferenza stampa sul naufragio del Bayesian. La cartabia è una delle leggi che imbavagliano l’informazione.