Oggi si è celebrato 81° anniversario dello sbarco alleato avvenuto il 22 gennaio del 1944. Il comune di Nettuno ha organizzato le commemorazioni nei luoghi significativi di quell’ evento che ha segnato la storia d’Italia: il monumento ai caduti della terza divisione fanteria presso il bosco di Foglino, la stele all’X- Ray beach (il punto dello sbarco) presso il poligono militare Uttat, di il cimitero americano di Nettuno, il monumento dei caduti in Piazza Cesare Battisti. Alla ricorrenza hanno partecipato le autorità civili e militari, e le rappresentanze ufficiali di Regno Unito e degli Stati Uniti.
Il Discorso del Sindaco Nicola Burrini
Ringrazio tutte le Autorità politiche e militari e i cittadini presenti in questa piazza. Oggi tutti insieme ricordiamo con profonda gratitudine un evento storico che ha cambiato il destino della nostra città e dell’Italia intera.
Il 22 gennaio è una data che nessun Nettunese può dimenticare.
Le operazioni dello Sbarco Alleato per liberare Roma e l’Italia dall’oppressione nazifascista sono state considerate strategiche ed hanno regalato alla nostra città un posto di primo Piano nella storia recente.
Un evento, la battaglia per la libertà e la democrazia, costato tantissimo alla popolazione di Nettuno in termini di infinita sofferenza. Un costo in vite umane che ha distrutto famiglie e portato ad un lungo periodo di gravissimi disagi. Queste sofferenze sono state riconosciute dal Presidente della Repubblica che ha conferito alla nostra città la medaglia d’oro al valore civile.
Oggi, proprio in memoria della nostra storia, rivolgo un pensiero alle popolazioni che stanno soffrendo nel Mondo a causa di conflitti terribili. Penso alla popolazione Ucraina, in fuga e in parte accolta anche a Nettuno, penso al conflitto a Gaza che ogni giorno conta tantissime vittime compresi donne e bambini.
Penso che oggi nel Mondo non si stia facendo abbastanza per costruire un percorso di pace duratura e convivenza civile. La pace è un percorso che deve partire ogni giorno da ognuno di noi, con una cultura diffusa fatta di educazione, rispetto reciproco, integrazione, accoglienza e inclusione. Un percorso che deve bloccare arroganza e sopraffazione.
Durante le operazioni di Sbarco a soffrire non è stata solo la popolazione nettunese. Gli Alleati, per la nostra libertà, hanno pagato un tributo altissimo in vite umane. Per avere un’idea del dramma vissuto basta visitare il Cimitero Americano. Di recente abbiamo ricevuto in comune la figlia di un militare caduto nel 1946 in visita sulla tomba del Padre con figli e nipoti. Ancora oggi questa famiglia sente il dolore di un affetto profondo strappato alla sua e alla loro vita.
Questo dolore deve far capire a tutti l’importanza di una cultura di Pace.
Il nostro debito di gratitudine per chi ha combattuto per noi e con noi è immenso e dobbiamo ripagarlo con l’impegno, che chiedo a tutti, soprattutto ai giovani, di fare della Pace e del rispetto reciproco uno stile di vita. Se non riusciremo nell’impresa di far comprendere ai nostri figli e al mondo intero quanto sia importante diffondere e vivere in una cultura di Pace, il sacrificio patito 81 anni fa sulle nostre coste sarà stato vano.