HomeAttualitàIn poche parole, "Serge" il libro di Yasmina Reza

In poche parole, “Serge” il libro di Yasmina Reza

“Riprendiamo a girovagare nei vialetti del campo. Ricordati. Ma perché? Per non rifarlo? Ma lo rifarai. Un sapere che non è intimamente in relazione con sé è vano. Non ci si deve aspettare niente dalla memoria. Questo feticismo della memoria è un simulacro.”

Abbiamo già incontrato Yasmina Reza con “Felici i felici”, la sua scrittura brillante e teatrale ti catapulta nel cuore del dramma con ritmi serrati, pungenti e amaramente ironici.
Serge edito da Adelphi, possiamo definirlo un racconto familiare e un racconto sulla memoria, nello specifico la memoria dell’Olocausto.
La voce narrante è Jean, il secondo dei tre fratelli(Serge e Nana la più piccola), e con il suo fare pessimistico ma reale ci conduce all’interno di quelle che sono le dinamiche di una famiglia ebraica non praticante, il rapporto con il peso della memoria e il confronto tra tra generazioni: nonni, figli, nipoti.
Ho letto questo libro con il sorriso, perché pur toccando tematiche davvero spigoloso, la Reza riesce sempre a essere brillante, vivace, perché raccontare di memoria può risultare ridondante, in tanti lo hanno fatto e lo faranno, ma percepire che quella memoria per essere compresa fino dentro le viscere, necessita di un viaggio intimo, è davvero per pochi.
Raccontare le tensioni familiari senza lambire il lettore, anzi, a tratti quasi infastidendo, significa essere sinceri.

Se avete voglia di un grande libro leggetelo, se avete voglia di sorridere e riflettere, leggetelo.

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Claudia Mancini
Claudia Mancini
Collaboratrice cultura, già titolare di Levante caffè letterario

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