“Non mi basta fare la partigiana. Voglio essere una donna partigiana.”
La storia di Iris Versari, da quando era una ragazzina intenta a frequentare la scuola elementare, fino alla maggiore età, in cui diventa una donna partigiana e un simbolo della libertà.
Non è solo il racconto storico e doloroso di un’Italia messa in ginocchio dal fascismo, dal potere, dalla violenza cruda e folle, ma il racconto intimo di chi quella storia l’ha vissuta sulla pelle e ha cercato in tutti i modi di provare a cambiare il mondo.
Tutto parte da qui, dall’indifferenza, il vero male sociale e da chi ha saputo avere la lungimiranza di invertire la rotta, provando a volare, sempre più in alto, come Giuseppe da Copertino.
Iris Versari detiene una medaglia ancora più valorosa, quella di essere stata una donna, in un mondo straboccante di uomini, ad imbracciare le armi e morire con coraggio.
C’erano i sogni, l’amore, la paura, c’era la vanità e la gelosia per Corbari, l’uomo che condivideva con la moglie e il figlio, ed erano solo gli anni quaranta.
Iris la partigiana ha tanto da insegnarci, nella sfrontatezza di inseguire un sogno, nel coraggio di perseguirlo e nella tenacia di resistere fino alla fine.
Bisogna essere indisciplinati per capire Iris Versari, bisogna spiegare le ali e alzarsi in volo, bisogna calpestare ogni zolla del suo mondo, immergersi in quelle terre contadine, assaporarne la bramosia di farcela e infine abbracciarla.
Walter Veltroni, con “Iris, la libertà”(Rizzoli) ci regala una grande storia, forse l’epilogo di una trilogia sulla Resistenza, lo fa con la sua delicata scrittura, che sembra arrivare in punta di piedi e poi ti ci ritrovi immersa dentro.
Sto cercando di spogliarmi dagli abiti di Iris, non credo di riuscirci fino in fondo, temo o forse spero che un po’ di lei possa albergare ancora dentro di me.
Lo devo alla donna che sono e che sarò, lo devo alle donne che sono e che saranno, ma principalmente lo devo a chi prima di me ha lottato per la libertà.
A chi ha saputo r-esistere.
Alle Partigiane che per necessità hanno sfidato il destino.