HomeAttualitàPomezia, Un abbraccio collettivo per Sigfrido Ranucci dopo l'attentato di giovedì notte

Pomezia, Un abbraccio collettivo per Sigfrido Ranucci dopo l’attentato di giovedì notte

 

Centinaia di cittadini si sono radunati questa mattina davanti all’abitazione di Sigfrido Ranucci, per esprimere sostegno e vicinanza a lui e alla sua famiglia, dopo il grave attentato dinamitardo subito nella notte tra il 16 e il 17 ottobre. Quando sono state fatte saltare con un chilo di esplosivo l’auto del giornalista e di quella della figlia, parcheggiate davanti alla villetta a Campo Ascolano una frazione di Pomezia.

Alla manifestazione, indetta dal Comitato cittadino di Campo Ascolano, dalla Rete NoBavaglio, dall’Anpi e dalla CGIL hanno partecipato tanti cittadini, famiglie, studenti, attivisti delle varie associazioni, i sindaci di Pomezia e Anzio, tutti uniti nell’esprimere una decisa condanna del gravissimo atto che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi se nel momento della deflagrazione si fosse trovato a passare un componente della famiglia Ranucci o un semplice passante di via Po.

Applausi, abbracci e commozione hanno accolto il giornalista quando è uscito dal cancello della sue abitazione per unirsi ai manifestanti. “Voglio ringraziare tutti e la squadra di Report, una squadra straordinaria che mi supporta e che io mi onoro di coordinare.-ha detto Ranucci- Oggi viviamo in contesto mondiale, in un continente dove, in questi anni, sono stati uccisi cinque giornalisti, ammazzati per il loro lavoro, ricordo la collega maltese Daphne Caruana Galizia che indagava sui rapporti tra politica e la criminalità organizzata. Credo che voi me lo state dimostrando con questa manifestazione, dovete difendere il diritto ad essere informati, senza una corretta informazione noi corriamo il rischio di non poter operare le nostre scelte in modo consapevole. Nel nostro paese sono 516 i giornalisti che sono soffocati con le querele e con le minacce fisiche. Soprattutto i giornalisti locali sono gli anticorpi che noi dobbiamo rafforzare, occorre fare delle leggi che tutelino i giornalisti dalle pressioni dell’imprenditore locale, dal criminale locale e dal politico locale, pensate che abbiamo il record mondiale dei giornalisti querelati dai politici. Il potere non deve necessariamente uccidere per dimostrare la propria forza, basta dimostrare di poterlo fare in qualsiasi momento”.

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Claudio Pelagallo
Claudio Pelagallohttp://www.inliberauscita.it
Giornalista pubblicista, iscritto all'albo Nazionale dal 1991. Ordine Regionale del Lazio. Ha collaborato come corrispondente con diverse testate: Il Messaggero, Il Tempo, Il Corriere dello Sport, La Gazzetta di Parma. Direttore responsabile Inliberauscita

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