Approvato Calendario venatorio, Legambiente: ma quale tutela dell’ambiente? Valuteremo se agire per vie legali

“Ma quale tutela e rispetto dell’ambiente, con il nuovo calendario venatorio la Regione ha
tenuto solo conto delle eccessive richieste dei cacciatori con un’infinità di assurde deroghe -ha
affermato Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio, a proposito del calendario venatorio
diffuso questa mattina dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Lazio-. Va bene che è un
organo consultivo, ma nelle riunioni del comitato tecnico faunistico abbiamo solo perso tempo altro
che concertato, il dialogo è stato sempre su un livello molto basso e poi l’Assessore ha deciso
accogliendo in tutto e per tutto le richieste del mondo venatorio.”
Nel calendario il periodo di caccia, rispetto all’anno scorso, è stato prolungato: nel 2011/2012
si potrà cacciare dal 18 settembre al 30 gennaio, con ben 10 giorni in più rispetto all’anno
scorso. Ciò significa che specie come i tordi, la beccaccia e la starna -quest’ultima tra l’altro
praticamente estinta nella nostra regione- potranno essere cacciate fino al 30 gennaio, anziché fino
al 20 gennaio come consigliato dall’ISPRA e chiesto da Legambiente, e come inizialmente previsto
dal calendario venatorio dello scorso anno. Il parere dell’ISPRA poi è stato totalmente bypassato
anche a proposito dell’addestramento dei cani: laddove si definiva “prematura” l’apertura al
28 agosto, è stato deciso di aprire il periodo di addestramento proprio dal 28 agosto.
“Viene messo a serio rischio il naturale ciclo di riproduzione di specie come i tordi, che
arrivano nel nostro paese proprio a fine gennaio -ha concluso Avenali-. Il calendario approvato
mette assieme le numerose deroghe decise in corsa lo scorso anno, in barba alle osservazioni e
richieste della Legambiente, ai pareri dell’ISPRA e pure, politicamente ancor più grave, al lavoro
svolto nel tavolo nazionale della Conferenza Stato-Regioni che aveva visto la partecipazione di
diversi soggetti che erano riusciti ad arrivare ad un punto di condivisione. È difficile dialogare in
questo modo, dalla Regione ci saremmo attesi maggiore attenzione ed equilibrio, piuttosto che
prestare solo “la massima attenzione alle esigenze del mondo venatorio”. A questo punto,
valuteremo se ci sono gli estremi per agire per vie legali.”