Abolizione del senato, stretta della maggioranza «Tagliola» con voto entro l’8 agosto. Renzi deciso ad andare avanti, e le opposizioni protestano al Colle
“In Italia c’è un gruppo di persone che dice “no!” da sempre. E noi, senza urlare, diciamo “sì! Piaccia o non piaccia, le riforme le faremo!”. Così, sicuro di se stesso, Matteo Renzi, in un’intervista. ”Sarebbe più giusto avere un atteggiamento di serietà e votare alla luce del sole, era la posizione di tutti poi c’è chi ha cambiato idea…ma il voto segreto non mi preoccupa, la maggioranza terrà ma anche se va sotto si va alla Camera e si corregge”, ha detto il premier. “L’ostruzionismo è il tentativo di buttare tutto in aria ma con tutti gli strumenti del regolamento porteremo a casa le riforme”.
La maggioranza. ”Ricordo ai difensori dell’ostruzionismo esasperato che se falliamo il progetto riformista, rischiamo, questa volta, che l’Italia chiuda davvero. Siamo ad un bivio: convincere che ce la facciamo, e su questo ci stanno dando credito; ovvero ripiombare nel caos e nel disordine. La battaglia al Senato ha questo sottostante”. Si esprime cosi’ il deputato del Pd Matteo Colaninno. ”Oltre 6000 – prosegue – emendamenti non sono uno strumento al servizio della democrazia. Il contingentamento dei tempi al Senato e’ atto dovuto e un messaggio positivo per chi crede nell’Italia e nelle riforme”.
”E’ doveroso tutelare insieme i diritti delle minoranze e quelli della maggioranza. Il contingentamento dei tempi consente a ciascuno di concentrare la quota a disposizione sui nodi ritenuti prioritari. Il tempo limitato di lavoro parlamentare permette quindi ancor piu’ il reciproco ascolto e la ricerca di eventuali ulteriori condivisioni tanto quanto l’ostruzionismo ha fin qui rappresentato solo una inconcludente contrapposizione verbale”. Aggiunge Maurizio Sacconi, presidente dei senatori del Nuovo Centrodestra
Opposizioni da Napolitano. Ieri i deputati e senatori del Movimento 5 Stelle, di Lega e Sel, per protesta contro il contingentamento, si sono recati in corteo verso il Quirinale. Una piccola delegazione composta da Gianmarco Centinaio per la Lega Nord, Vito Petrocelli per l’M5S e Loredana De Petris di Sel per il Gruppo Misto al Senato è stata quindi ricevuta in serata al Colle dal segretario generale della Presidenza della Repubblica Donato Marra. La marcia sul Colle è iniziata dopo la decisione del presidente del Senato Grasso alla conclusione della riunione dei capigruppo, di applicare la cosiddetta “tagliola” di fronte agli emendamenti e la richiesta del voto segreto. “Avete voluto forzare, volete applicare quello che è inapplicabile per una procedura di riforma costituzionale. Avete voluto introdurre in modo surrettizio e vigliacco quello che in gergo viene chiamata tagliola’. È netto il giudizio della capogruppo di Sel Loredana De Petris, per l’opposizione è irrinunciabile l’elezione diretta del Senato: ‘Vogliamo capire se i cittadini avranno il diritto di eleggersi i deputati e i senatori o se andiamo verso un sistema in cui le elezioni dirette non sono piu’ previste, in cui i parlamentari sono solo nominati’.
Malumori anche nel PD. ”Sulle riforme in Senato si sta prendendo una deriva negativa che non conviene a nessuno’‘. Ha detto il senatore del Pd Vannino Chiti in un’intervista a Radio Radicale. ”Ci sono due opposti estremismi che devono essere evitati”, ha aggiunto. ”Per un verso – ha continuato – non si deve fare ostruzionismo, si deve cercare un confronto sui temi piu’ importanti in discussione: i diritti delle minoranze, le leggi eticamente sensibili, la liberta’ religiosa sono competenza paritaria o solo della Camera che ha l’esclusivita’ del rapporto fiduciario con il governo; che poteri avra’ il Senato sulle leggi non paritarie su cui giustamente la Camera avra’ l’ultima parola; l’immunita’ dei parlamentari; le firme necessarie per i referendum propositivi e abrogativi; la riduzione del numero dei deputati; il metodo di elezione dei senatori. D’altra parte – ha detto Chiti – l’imposizione della tagliola e’ un errore gravissimo”.