Interrogazione dei senatori di Liberi e Uguali Loredana De Petris e Sandro Ruotolo con la quale chiedono al Ministro dell’Interno di incaricare la Commissione di accesso di indagare ed accertare la legittimità degli atti che hanno portato all’affidamento in- house
del servizio di raccolta dei rifiuti urbani per 7 anni alla società AMBI.EN.TE S.p.A.
Il testo completo dell’interrogazione
Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06664
Atto n. 4-06664, nella seduta n. 409
DE PETRIS , RUOTOLO – Al Ministro dell’interno. –
Premesso che:
la cosiddetta “Operazione Tritone”, che ha portato all’arresto di 65 persone con l’accusa principale di associazione a delinquere di stampo mafioso, ha svelato un quadro preoccupante di infiltrazioni della ‘ndrangheta nei Comuni di Anzio e Nettuno. Dalle indagini è emerso che due distinti gruppi criminali, distaccamenti delle ‘ndrine di Santa Cristina d’Aspromonte, in provincia di Reggio Calabria e di Guardavalle, in provincia di Catanzaro, hanno aggredito il territorio utilizzando come grimaldello gli illeciti proventi del narcotraffico;
il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, su delega del ministro dell’Interno, ha nominato le commissioni di accesso ai due comuni del litorale a sud di Roma, che per i prossimi tre mesi si occuperanno di condurre accertamenti su eventuali legami tra gli amministratori locali e la criminalità organizzata, soprattutto in merito al rilascio di autorizzazioni, la preparazione di bandi di gara e l’assegnazione di appalti in settori che vanno dalla scuola alla sanità, dai rifiuti alle concessioni balneari;
come riportato dalla stampa locale il 29 marzo 2021, in scadenza dell’affidamento del servizio con
la società Camassa Ambiente (30 marzo 2021): “il Sindaco ha provato per ben quattro volte di entrare in Volsca (spa partecipata dai Comuni di Velletri, Albano, Genzano, Lariano) cercando di
acquistare azioni e fare un affidamento in “house” ma non è riuscito in questa operazione. Anzio è troppo ingombrante e dunque dovremo andare in gara”;
in data 30 aprile 2021, con delibera n. 23 del Consiglio comunale di Anzio, è stato approvato l’indirizzo dell’Amministrazione di acquisizione delle quote pari all’1 per cento dell’intero capitale sociale della società AMBI.EN.TE S.p.A. di Ciampino, a totale capitale pubblico, per l’affidamento
in-house, senza che il Comune di Ciampino, proprietario del 99 per cento delle quote societarie, avesse manifestato la volontà di cessione delle stesse e addirittura in assenza di un’offerta di gestione del servizio;
successivamente, con atto del Consiglio comunale di Ciampino n. 47 del 15 giugno 2021 è stata deliberata la cessione delle azioni detenute pari all’1 per cento del capitale sociale ai sensi dell’art.10, comma 2 del Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica (decreto legislativo n.
175 del 2016) e, con determina n. 135 del 30 maggio 2021, pubblicato un bando d’asta pubblica prorogato a procedura aperta su richiesta del Comune di Anzio. A seguito dell’acquisizione delle quote, con determina n. 11 del 21 ottobre 2021 è stato affidato il servizio di raccolta in house providing dei rifiuti urbani, che ha avuto inizio il 3 novembre 2021 per n. 7 anni alla società AMBI.EN.TE S.p.A. per un importo annuo pari a 10.170.008 di euro (71 milioni di euro in totale);
sin dalla pronuncia del gennaio 2005 della Corte di Giustizia dell’Unione europea l’affidamento.diretto è ritenuto legittimo solo se l’amministrazione aggiudicante (in questo caso il Comune di.Anzio) ha un “assoluto potere di direzione, coordinamento e supervisione del soggetto
aggiudicatario” con la relativa compresenza della dipendenza formale, della dipendenza economica, dipendenza amministrativa della stessa” (in questo caso AET Ciampino). È del tutto evidente che con il possesso del solo 1 per cento delle azioni della società AMBI.EN.TE S.p.A. tale
condizione non può essere soddisfatta;
dai fatti esposti appare contraddetto il principio ribadito recentemente dall’ANAC: “l’affidamento in-house, non può essere uno strumento fittizio da parte di amministrazioni pubbliche e società controllate per evitare la gara, in violazione delle norme in materia di tutela della libera concorrenza”;
l’indagine della DDA e dei Carabinieri ha dimostrato come, nel Comune di Anzio, il settore dei rifiuti e quello dell’ambiente siano tra i principali a cui puntano gli ‘ndranghetisti. Fonti giornalistiche rivelano: “a fornire la lista delle persone da assumere ci pensavano direttamente i calabresi. L’incaricato comunale del procedimento ammette: «Li hanno messi loro… che li abbiamo messi noi? (…) Le liste ce le davano loro del personale da assumere… hai capito?”. Tra i lavoratori figurava pure Salvatore Madaffari, figlio del capo della ‘ndrina Giacomo;
l’iter seguito per arrivare all’affidamento in-house del servizio rifiuti del Comune di Anzio, sembra seguire un copione scritto, sin dall’inizio, sulla base dei desiderata dell’amministrazione comunale di Anzio e appare condizionato da mancanza di trasparenza ed illegittimità: con il possesso dell’1 per cento delle quote della società AMBI.EN.TE S.p.A. (valore 30.000 euro) il Comune di Anzio
potrà esercitare il totale controllo di un appalto del valore di 71 milioni di euro, sottraendolo al mercato e al regime di libera concorrenza, in un contesto segnato da pesanti ingerenze della
criminalità organizzata, si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga necessario attivarsi presso le commissioni.di accesso nominate dal prefetto di Roma al fine di assicurarsi che sia verificata, con particolare
attenzione, la legittimità degli atti e delle procedure che hanno portato all’affidamento in- house
del servizio di raccolta dei rifiuti urbani per 7 anni alla società AMBI.EN.TE S.p.A.