Sarebbe un debito di droga il movente di chi ha premuto il grilletto della pistola che ha ucciso Sandro Epifano, detto ‘Furgone’, trovato con una ferita alla schiena nell’androne di un palazzo a Pomezia. L’uomo morì poco dopo il trasporto d’urgenza all’ospedale Sant’Anna. A distanza di sei giorni i carabinieri hanno chiuso un primo cerchio fermando il presunto killer. L.S., queste le iniziali del 39enne, residente nello stesso caseggiato popolare dove venne trovato in fin di vita Epifano, la notte dello scorso 27 agosto. A ucciderlo – come accertato al termine dell’autopsia – un colpo d’arma da fuoco, presumibilmente una pistola di piccolo calibro. L’arma non è stata ancora ritrovata.
Sono stati i carabinieri della compagnia di Pomezia e del nucleo investigativo del gruppo di Frascati, nel corso di attività d’indagine coordinata dalla procura della Repubblica di Velletri, ad eseguire il fermo di indiziato di delitto per il reato di omicidio volontario nei confronti del 39enne, pregiudicato con diversi precedenti per droga, gravemente sospettato di essere l’autore materiale dell’omicidio di Sandro Epifano, conosciuto come ‘Furgone’, avvenuto al civico 38 nel complesso delle case popolari di via Singen. L’indagato è stato ristretto presso la casa circondariale di Velletri.