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Maxi confisca di beni per 6,5 milioni di euro a Pasquale Maietta ex deputato di FdI

 

Un provvedimento di confisca su un patrimonio del valore complessivo di 6,5 milioni di euro è stato eseguito dai militari del comando provinciale della Guardia di Finanza. Il destinatario è Pasquale Maietta, ex presidente del Latina Calcio, ex assessore al Bilancio del Comune di Latina ed ex deputato e tesoriere nazionale di Fratelli d’Italia, finito agli arresti ad aprile del 2018 nell’ambito dell’operazione Arpalo e di una maxi inchiesta per frode e riciclaggio.

Secondo gli inquirenti, proprio la commissione di condotte delittuose, senza soluzione di continuità, ha consentito l’accumulo di illeciti profitti significati dal tenore di vita sproporzionato rispetto alle risorse lecitamente disponibili, così costituendo il presupposto soggettivo della pericolosità. Il patrimonio confiscato era già stato posto sotto sequestro su disposizione della citata Autorità Giudiziaria tra novembre 2023 ed aprile 2024, a seguito di richiesta congiunta della Procura della Repubblica di Latina e della
Procura della Repubblica di Roma. Le investigazioni patrimoniali condotte dai Nuclei di Polizia Economica – Finanziaria di Latina e di Roma, hanno interessato l’intero nucleo familiare del commercialista nonché ex presidente del Latina Calcio, consentendo, allo stato, di ipotizzare come lo stesso abbia accumulato un patrimonio sproporzionato rispetto ai redditi lecitamente dichiarati, composto da 23 immobili (ubicati a Roma e Latina), quote societarie e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 6,5 milioni di euro.

L’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca si fonda su un vasto compendio investigativo costituito da acquisizioni documentali, intercettive, testimoniali che, dando contezza di elementi costitutivi di fattispecie delittuose, possono di per sé essere utilizzate per la valutazione della pericolosità del soggetto in quanto autore delle condotte a lui ascritte nei numerosi procedimenti pendenti a suo carico, in molti dei quali, peraltro, gli elementi d’accusa hanno già avuto positivo apprezzamento giudiziale nei provvedimenti che ne sono scaturiti. Il presupposto giustificativo della confisca, infatti, è la ragionevole presunzione che i beni siano stati acquistati con proventi di attività illecite.

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