C’è un filone dell’indagine sui rifiuti speciali che arriva anche ad Anzio. Le 14 misure cautelari eseguite ieri a Roma, Napoli e Salerno dalla Polizia trovano un riscontro anche da queste parti. Nell’ordinanza si fa riferimento a una telefonata del settembre 2012 tra due degli arrestati, nel corso della conversazione uno dice all’altro di avere “una carta di Anzio” e che “poi spiego le modalità, sarà più o meno come Pomezia”. L’altro risponde di aver capito. Un passaggio che sembra banale ma che gli investigatori non sottovalutano, al punto che “Sono in corso ulteriori accertamenti al fine di valutare la posizione delle amministrazioni committenti e il ruolo di alcuni dei personaggi” . Le accuse, nell’ambito dell’operazione della polizia di Stato e della polizia provinciale ancora in corso, sono di associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti speciali. Ci sarebbe un boss della camorra al vertice dell’associazione criminale che è stata smantellata e che si occupava della raccolta di indumenti usati, prodotti tessili e accessori di abbigliamento da rivendere in diversi Paesi europei e africani. Tra i capi dell’organizzazione emerge Pietro Cozzolino, considerato elemento di vertice dell’omonimo clan camorristico che opera nelle zone di Portici ed Ercolano, in provincia di Napoli. Da quanto accertato, i presunti affiliati all’associazione criminale ricevevano, trasportavano, e gestivano abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti speciali, con “condotte di falsità materiale e ideologica in atti pubblici”. Ed avrebbe un ruolo nella vicenda anche Mafia Capitale. Il gip nell’ordinanza non esclude infatti che l’affare degli abiti usati “non sia rientrato nel più ampio disegno dirigista e corruttivo di Salvatore Buzzi”, arrestato nell’inchiesta Mafia Capitale. Secondo il gip, lo stoccaggio dei rifiuti tessili seguiva un articolato percorso che riconduceva all’Ama Spa, all’Ati Roma Ambiente e alla New Horizons Arl, una filera alla quale anche Salvatore Buzzi non sarebbe estraneo. “L’analisi dell’accaparramento delle attività di raccolta del rifiuto tessile – scrive il giudice nell’ordinanza – accaparramento prodromico ai commerci, porta all’Ati Roma Ambiente; alla determina che ripartisce il territorio tra consorzi e cooperative; alla gestione unitaria del disegno che divide i profitti tra i consorziati, e quindi al dominus delle cooperative stesse e dei loro contatti istituzionali, ossia a Buzzi”.