Le testimonianze di un ragazzo di Anzio e una ragazza di Aprilia sugli attentati di Parigi

Le testimonianze di un ragazzo di Anzio e di una ragazza di Aprilia sugli attentati terroristici di Parigi. “Solo in tarda notte abbiamo scoperto che alcune persone erano state prese in ostaggio nel teatro e che il terribile numero di morti andava crescendo sempre di più”

parigiGabriele Palomba di Anzio fresco di laurea in scienze Politiche da pochi giorni a Parigi per studio.

Dove ti trovavi nel momento in cui sono avvenuti gli attentati? per fortuna ero un po lontano, in metro e l’ho saputo da mia madre, che mi ha chiamato da Anzio per sapere se andava tutto bene. Dove stavi andando? Stavo andando a casa di mio cugino che abita qui a Parigi. Ho parlato con altri studenti che conosco e che erano là vicino. Per fortuna stanno tutti bene ma hanno paura. 

Com’è l’atmosfera a Parigi in queste ore? I musei  sono chiusi così come le scuole e l’università. Di gente in giro non ce n’è molta, hanno tutti paura e ci è stato detto di restare al sicuro.

Valeria Russini, giovane biologa di Aprilia da poco trasferitasi a Parigi per ragioni di studio, ci racconta la sua esperienza e le sue impressioni relative agli attentati che venerdì sera hanno colpito la Capitale francese.
Dove ti trovavi la sera degli attentati? Mi trovavo a casa nel 5eme, poco distante da dove sono avvenuti gli eventi di venerdì.
Come sei venuta a conoscenza di quello che stava accadendo? Ero appena stata al telefono con il mio fidanzato, quando su internet ho letto di sfuggita una notizia riguardo a delle esplosioni verificatesi vicino lo stadio. Sul momento non mi ero resa conto della gravità della situazione, pensavo che fosse qualcosa legato alla partita. Poi, una mia cara amica dell’università, preoccupatissima, mi ha scritto chiedendomi se stessi bene e se fossi lontana dai luoghi degli attentati. Ero incredula. A quel punto ho cercato altre informazioni e ho chiesto anche ai miei coinquilini, ma le notizie arrivano lentamente ed erano poco precise. In strada piano piano i locali si svuotavano e non si sentiva più la confusione tipica del venerdì sera. Solo in tarda notte abbiamo scoperto che alcune persone erano state prese in ostaggio nel teatro e che il terribile numero di morti andava crescendo sempre di più. Dopo, il rumore degli elicotteri, qualche sirena in lontananza e abbiamo realizzato che tutto questo era successo davvero a pochi chilometri da noi.
Com’è la situazione ora a Parigi? Oggi non sono uscita, la paura è ancora tanta. Ma le strade non sono del tutto vuote, si vede qualcuno camminare e chiacchierare e si cerca di tornare alla normalità, anche se con qualche difficoltà. Leggo su internet di alcuni eventi di solidarietà organizzati in città. Sono qui solo da poco e sinceramente non so come reagiranno i parigini, ma penso che non si faranno abbattere dall’odio.
E.P.