Corsi fantasma, sequestri Gdf. Coinvolta associazione di Nettuno

regionelazioHanno intascato finanziamenti pubblici per corsi di formazione ‘fantasmà. È quanto accertato dai finanzieri del Comando provinciale di Roma che oggi hanno sequestrato beni per oltre 700mila euro nei confronti di 8 indagati, di cui 3 funzionari regionali e 5 imprenditori, e 5 società che avrebbero illecitamente ottenuto finanziamenti per la realizzazione di corsi di formazione, in realtà mai svolti, finalizzati ad «aggiornare ed accrescere le competenze dei lavoratori nell’ottica di sviluppare la competitività delle imprese». Coinvolti anche Brunello Capriolo, di Nettuno, presidente della commissione valutatrice dei progetti formativi e dirigente della regione Lazio; Maria Favilli, amministratrice dell’associazione Iswel Istituto ricerche e formazione sul welfare, l’Accademia Istruzione e Formazione Arti e Mestieri di Nettuno. I fatti sono avvenuti tra il 2009 e il 2012. Dalle indagini del Nucleo di polizia tributaria di Roma della Guardia di Finanza sarebbe emerso un sistema realizzato da varie società e dai rispettivi rappresentanti legali che, con la compiacenza di alcuni funzionari della Regione Lazio, hanno ottenuto fondi del ministero del Lavoro e gestiti dall’Amministrazione regionale presentando progetti fittizi. Per gli inquirenti i responsabili incassavano il primo acconto del finanziamento per poi scomparire nel nulla attraverso prestanome¯ o trasferendo la sede legale delle società. I funzionari della Regione avrebbero favorito la concessione di fondi pubblici, in qualità di membri delle commissioni di gara, accettando domande finanziamento anche al di fuori dei canali ufficiali o senza la documentazione richiesta. «Si tratta di un’indagine collegata a una prima segnalazione effettuata proprio dalla Regione Lazio nel 2014» ha commentato la Regione in una nota, sottolineando che «è pronta a continuare la collaborazione con inquirenti e Procura anche in qualità di parte lesa e a valutare la costituzione di parte civile». La Favilli, in particolare, risulta aver curato tutte le fasi amministrative di un progetto presso la Regione Lazio e la concessione del finanziamento pubblico pari a 184.560 euro. La stessa amministratrice nel 2015, lo ricordiamo, era stata condannata dalla Corte dei Conti a risarcire 34mila euro alla Regione, quando era responsabile dell’associazione di Anzio Paulus Antiche Arti e Mestieri. Fatti che, in questo caso, risalgono al 2006. La onlus di Maria Favilli anche in quell’occasione usufruì illegittimamente di fondi regionali per i corsi di formazione, dichiarando un numero di partecipanti superiore a quello reale.