
“Oggi, venerdì 10 settembre, la città di Anzio avrà l’onore di accogliere la scrittrice ungherese Edith Bruck, che nella adolescenza venne deportata, perché ebrea, nei lager tedeschi. Ha raccontato questa terribile esperienza nel suo ultimo libro “Il pane perduto” che ha meritato Il Premio Strega Giovani 2021. Edith Bruck è nata in un piccolo villaggio dell’Ungheria. A 12 anni fu deportata ad Auschwitz, poi a Dachau e Bergen Belsen. Nei campi di concentramento ha perso la sua famiglia.
Lei si è salvata e ha dedicato la sua vita a raccontare ciò che ha visto: “Non ci crederànno, racconta, se sopravvivi, anche per noi” (così sente dire nei lager). Diventa scrittrice e giornalista di numerose Opere, dal suo primo Libro “Chi ti ama così” del 1959, a “Ti lascio dormire” del 2019; del 1962 è il volume di racconti “Andremo in città” da cui il marito Nelo Risi, poeta e regista (fratello del più noto Dino), ha tratto un film con lo stesso titolo. Ne “Il pane perduto” racconta la storia di Ditke, 13 anni vissuti con candore. Il suo rapporto con la madre, le paure causate dall’invasione tedesca durante il secondo conflitto mondiale, le truppe naziste che trasportano la piccola e la sua famiglia nei lager. LÌ inizia l’orrore. Ditke diventa il numero 11152 e passa da Birkenau ad Auschwitz… Ha scritto il Professor Tommaso Amato, a cui si deve l’invito alla Scrittrice: “Edith Bruck è una sentinella della libertà di parola e testimonia il diritto a conoscere sempre la verità, anche quando si rivela scomoda.
Anzio, che ha conosciuto il dramma della seconda guerra mondiale, rende omaggio a questa grande sopravvissuta alla vergogna dell’Olocausto. La città non vuole dimenticare… Oggi, come e più di ieri, dobbiamo il massimo rispetto per la libertà di parola, di espressione e di stampa. Mai dimenticare che, quando tale diritto comincia ad essere soffocato, limitato o soppresso, la vita di ogni uomo è potenzialmente in pericolo”. L’incontro con la Scrittrice si svolge nel corso della 1ª edizione del Premio Giornalistico Città di Anzio intitolato a Tito Peccia, giornalista del territorio, “e per sostenere quanti lavorano quotidianamente nel mondo della comunicazione per servire la ricerca della verità dei fatti e degli eventi”. Il Presidente della giuria del “Premio giornalistico Città di Anzio” è Ivo Iannozzi, tra i fondatori del settimanale Il Granchio, nonché firma de Il Messaggero. L’Evento si svolge al Parco Archeologico della Villa Imperiale – Via Fanciulla d’Anzio – Anzio, alle ore 18. Conduce l’intervista ad Edith Bruck il giornalista Rai Pierfrancesco Pensosi. Ha dichiarato recentemente la scrittrice, che ora ha quasi 90 anni: “I fascisti hanno alzato la testa, eppure sembra che nessuno se ne accorga”. Edith Bruck è stupita che in Italia si parli ancora oggi di Mussolini con tanta leggerezza. “La gente è impaurita e insicura, l’identità italiana è sempre più debole e per raccogliere voti la destra punta sul nazionalismo. Gioca con il “prima gli italiani”, inneggia al “patriottismo”. Cosa vuol dire essere patriota?… “. Queste “nostalgie” dimostrano che il Paese non ha fatto i conti con la storia? “Se io vedo adesso la figura di Mussolini, con le mani sui fianchi che grida “italiani, italiani”, mi domando come ha fatto un popolo ad applaudirlo. E allo stesso modo Hitler, che visto lucidamente e razionalmente è un demente. La Germania è l’unico Paese che in qualche misura si è confrontato con il proprio passato, a differenza dell’Italia. Non parliamo della Polonia e dell’Ungheria che sono tornate ad essere delle dittature dove rivive l’antisemitismo. Nonostante la Germania si senta in colpa, sono cresciuti nuovi gruppi neonazisti, però le autorità sono più severe. In Italia no, c’è troppa tolleranza verso i fascisti e questo non me lo spiego” (dall’intervista a “La Stampa”, concessa a Luca Monticelli).
Eros Razzano