Nel 113esimo anniversario della morte di Menotti Garibaldi, avvenuta a Carano – Garibaldi il 22 agosto 1903, presso la veranda dell’enoteca Carano Garibaldi si è svolta la commemorazione privata organizzata in forma privata dal consigliere comunale Carmen Porcelli e dal giornalista e presidente del Comitato del gemellaggio Aprilia – Mostardas, Gianfranco Compagno, in collaborazione con l’associazione Vaso di Pandora
Dopo un breve saluto da parte degli organizzatori, in onore di Menotti e della città gemellata Mostardas sono stati intonati gli inni nazionali italiano e brasiliano e reso omaggio alla figura di Menotti, da tutti ingenerosamente ricordato solo come il figlio dell’Eroe dei Due Mondi, ma egli stesso personaggio di grande levatura in tutti i campi nei quali si è cimentato.
“L’esempio che l’uomo ci ha lasciato – sono state le parole del consigliere comunale Porcelli – è la difesa del territorio, la sua trasformazione ma nel pieno rispetto della natura e delle esigenze di chi la abita. L’opera di Menotti, pertanto, che ha anticipato di diversi anni quella più imponente e riuscita di cui è stato artefice il regime fascista, ovvero la bonifica delle paludi pontine dell’Agro Romano, rappresenta un valore nel quale tutti noi, cittadini di Aprilia, dovremmo identificarci nella ricerca di comuni radici. Oggi purtroppo dobbiamo registrare un cammino a ritroso della nostra civiltà: se Menotti aveva cercato di strappare la terra all’acqua e alla malaria, noi stiamo condannando le future generazioni a vivere in un ambiente inospitale, perché impoverito nella sua essenza, e malato, e che pertanto costituisce una minaccia reale alla nostra salute. E quando ad un impoverimento strutturale e materiale ne segue uno culturale, una civiltà è destinata a scomparire: subito dopo la scomparsa di Menotti, avvenuta a causa della malaria, in queste terre arrivarono intellettuali del calibro di Giovanni Cena, Sibilla Aleramo ed altri che misero a disposizione la loro esperienza e conoscenza delle popolazioni residenti in queste zone, cercando di contribuire alla loro crescita culturale morale attraverso l’alfabetizzazione, poiché era loro convincimento che solo quella economica e di migliori condizioni di vita dal punto di vista sanitario non avrebbe consentito a quelle persone di migliorare e di crescere. Oggi, diversamente da allora, registriamo il costante tentativo a contenere la società in una cappa di medietà che non produce esseri pensanti, ma ombre che attraversano la storia senza lasciare segni, una mediocrazia che serve a farci rinchiudere in noi stessi, che ci condanna a sopravvivere e non a farci migliorare. Qualcuno ha goffamente interpretato il mio intervento dello scorso anno, attribuendo un semplicistico epiteto al sindaco ricavato dall’evocazione da Il Vecchio e il mare di Hemingway per descrivere come la natura, quando sfidata, può diventare cattiva. Del resto in una realtà dove la cultura è rappresentata da un animale che nell’intento di cercar becchime perde di vista il contesto, mi riferisco a Becco di rame, Hemingway può essere solo il nome di un cocktail ”.
Il consigliere Porcelli e il giornalista Gianfranco Compagno hanno infatti ribadito come, nonostante alcuni tentativi per far ritenere tramontata l’ipotesi di realizzare duecento villette all’interno della proprietà della famiglia Garibaldi, il rischio di veder stravolto il paesaggio di Carano è ancora reale. Come reali sono i pericoli di vedere deturpato, dopo i danni irreparabili provocati dall’abusivismo edilizio e dalla contaminazione del territorio disseminato da numerose discariche abusive, di vedere distrutta un’altra bellissima porzione di territorio, Casalazzara, dove l’amministrazione comunale vorrebbe realizzare a pochi metri di una sorgente storica, la sorgente Reggia di Turno, un depuratore.
“Nessuno ha mai avuto l’arroganza di imporre alla famiglia alcuna scelta – hanno detto i due organizzatori dell’evento – se alla fine la speculazione edilizia avrà luogo, se queste sono le loro volontà, i responsabili di questo scempio facciano pure, se ne faranno carico moralmente e politicamente. Carano Garibaldi è un simbolo per tutto noi, anche se le porte sono chiuse ai cittadini ma non ai potenti; è un punto di arrivo e di partenza, di memoria e riflessione. Sarebbe bello se da qui potesse scriversi un manifesto, il Manifesto di Carano per tracciare il futuro dello sviluppo e della crescita di Aprilia, non più piegato alla speculazione ma ad una crescita armoniosa per portare servizi e luoghi di aiuto alla crescita sociale. Pertanto nella giornata di oggi ci erano stati imposti pesanti diktat, a partire dagli invitati, per finire all’oggetto degli interventi: abbiamo ritenuto questa una scortesia grave, una caduta di stile che non potevamo accettare, perché lesive della nostra dignità, integrità morale ed intellettuale”. “La cerimonia, in ragione di questo muro di polemiche e pretestuosità innalzato dai discendenti della famiglia Garibaldi insieme al sindaco Terra, siamo stati obbligati a svolgerla fuori dal casale e a deporre la corona, al termine della cerimonia, al Monumento ai caduti di Piazza della Repubblica ad Aprilia”.
Il giornalista e presidente del Comitato del Gemellaggio Aprilia Mostardas, Gianfranco Compagno, ha commemorato la signora Maria Stefania Ravizza Garibaldi, scomparsa nel novembre del 2015, la prima ed unica discendete di Menotti ad aver stretto un rapporto con le istituzioni politiche e civili, tutte, perché si consolidasse il legame culturale tra la figura dell’illustre antenato ed il borgo di Carano. “Tra poche settimane ricorreranno i venti anni del primo incontro ufficiale con la signora Maria Stefania e del gemellaggio con la città di Mostardas dove Menotti nacque; tanta era la stima ricambiata con la signora Ravizza Garibaldi che per lunghi anni ho rappresentato, e ancora oggi rappresento agli occhi della classe politica del piccolo centro brasiliano che ha dato i natali a Menotti, il ricordo di questo illustre personaggio. Le cose sono però mutate nel tempo, per ragioni incomprensibili le amministrazioni che si sono succedute nel tempo hanno omesso di mantenere rapporti con Mostardas e la famiglia a non volere rapporti né con il borgo, né con le associazioni che in questi anni hanno tenuto vivo il ricorso di Menotti. E’ un vero peccato, anche perché scomparsa la signora Maria Stefania per la prima volta in venti anni questa cerimonia non si è svolta al Mausoleo”.
Apprezzati ed applaudi dal pubblico sono stati gli intermezzi musicali realizzati da Gabriele Falcone e Maria Ausilia D’Antona, rispettivamente Presidente e Direttore artistico dell’associazione Vaso di Pandora: i due artisti si sono esibiti in una accurata scelta di interventi musicali tutti attinenti al periodo e al contesto storico e culturale richiamato dall’evento celebrativo in onore di Menotti: come “Addio, mio bella addio” per ricordare il periodo del Risorgimento, “La palummedda janca”, una canzone sicula con la quale venne accolta la spedizione dei Mille alla quale Menotti partecipò; “Brigante se more” per raccontare anche la reazione dei contadini che insorsero quando ebbero chiaro che lo sbarco non avrebbe coinciso con la loro affrancazione dai latifondisti e perché nel Regno delle Due Sicilie l’Unità d’Italia non ha coinciso con un riscatto del Mezzogiorno, “‘A vucchella” brano scritto da un grande amico di Menotti Garibaldi, il sommo poeta Gabriele D’Annunzio, il quale si ispirò per scrivere il testo con il dialetto napoletano, la lingua del Regno delle Due Sicilie , infine una serenata siciliana “E vui durmiti ancora”.
Un ringraziamento particolare va a tutti coloro che hanno curato e realizzato insieme agli organizzatori l’evento, quindi l’associazione Vaso di Pandora attraverso il presidente e il direttore artistico, Gabriele Falcone Maria Ausilia D’Antona, si ringraziano ovviamente coloro che hanno preso parte alla manifestazione, nonostante la giornata lavorativa o le ferie e il caldo; ovviamente un cenno di riscontro va rivolto agli sponsor che hanno reso possibile la riuscita dell’evento: vorremmo a questo proposito citare la ditta Fantini – Zanettini che ha donato la corona funebre e la Fonte San Vincenzo che ha offerto il buffet, curato nei minimi dettagli da Tiziana e Fabrizio Domenichini della Trattoria Enoteca Carano Garibaldi. Per il comitato di quartiere la Signora Ciotti e il presidente Roberto Miluicci. Si ringraziano, ancora, per l’allestimento della sala Giulietta Emiliani (Italia Nostra), Gianni Battistuzzi (Comitato Aprilia Città degli Alberi), il consigliere comunale Roberto Boi, Yari Clazzer (Fonte San Vincenzo) e Luciano Spataro (Grillini Apriliani), il loro incoraggiamento e la loro vicinanza sono stati d’aiuto anche nei momenti difficili che hanno scandito la preparazione di questo sentito e vorremmo dire riuscito evento.
Carmen Porcelli Gianfranco Compagno