A poche ore dallo start, ci sembra doveroso, senza anticipare troppo, approfondire le tematiche e gli stili che accenderanno il grande schermo del festival rendendo lo Stabilimento Pro Loco Nettuno un grande cinema in riva al mare. Il pubblico e la giuria si troveranno davanti un cinema italiano che non ha nulla da invidiare a quello dei grandi circuiti o dei titoli mainstream che riempiono le sale cinematografiche. Oggi i corti sono veri e propri film brevi, in cui domina la poetica dell’istante, il guizzo, l’idea, senza per questo rinunciare ad una narrazione tradizionale. Molti i corti che colpiranno ( o al cuore o, direttamente, allo stomaco ) gli spettatori: da Sebastian di Massimo Favale con cui la rassegna aprirà la prima serata, dedicata ai seminfinalisti che si giocano gli ultimi due posti per le serate successive: uno spaccato che tiene dal primo all’ultimo minuto col fiato sospeso, ambientato a Barcellona e che approfondisce il tema dello sfruttamento giovanile nel mondo del lavoro. Nella stessa sera si farà notare Tutto il resto è noia del diciannovenne Branimir Liguori: un film che parla ai giovani realizzato da giovani tanto che sembrerà di stare in mezzo a loro, in un’estate romana afosa che però diventa fresca grazie ai sentimenti narrati e al ritmo proposto. Si tornerà a farsi colpire forte con Distress Call di Michele D’Anca che ha scritto e diretto un’opera di indubbio valore e che mostra il lavoro delle operazioni di soccorso in mare dei migranti con un crescendo narrativo notevolissimo. Sempre giovedì la platea di Videocorto Nettuno riderà di gusto con Taste of India di Garofalo e Santambrogio, senza rinunciare a un tocco di suspence. Scommettiamo che il vicolo dove è ambientato il film rimarrà nella memoria degli spettatori? Seminfinalista anche Per finta di DIego Fossati che sarà un altro colpo deciso nella sensibilità del pubblico nel proporre il mondo ad altezza di bimbo, con un punto di vista inconsueto che mescola tenerezza a crudeltà. Chiuderà la serata di giovedì, in lizza per un posto per le serate successive, Forse non essenzialmente tu di Fracassi e Giorgi che propongono una riflessione sulle originali strategie di una coppia per resistere nella contemporaneità: un film che farà discutere le coppie o che quantomeno alimenterà il dibattito. Passando alla seconda serata, venerdì si aprirà con Le faremo sapere di Beppe Tufarulo che propone un duello attoriale ( tra Giorgio Marchesi e Antonia Fotaras ) che è molto di più di quel che sembra arrivando a sfoderare un’amarezza toccante sotto il segno dell’ironia e della leggerezza. Sentimenti di nuovo al centro e con tanto pathos in Comunque bene di Beatrice Baldacci che sorprende per una narrazione mossa che sembra pedinare i protagonisti, con gli spettatori al loro fianco. A piedi nudi di Luca Esposito inquadra Napoli con un’esplosione di colori e di emozioni, creando un’empatia naturale con i personaggi, grazie ai piccoli attori che affollano il film, commovente nella sua lieve poesia. Sempre venerdì scenderà in campo L’acquario di Gianluca Zonta, altra profonda riflessione, sotto forma di commedia ritmata, sulle difficoltà della coppia di oggi. Tra i protagonisti Giovanni Anzaldo. A chiudere la seconda serata sarà Domenica sera di Matteo Tortone che propone, con una lucidità consapevole e sicura, un altro sguardo piuttosto ruvido sulla contemporaneità e sui vuoti esistenziali della gioventù odierna. Passando alla terza serata, Edoardo Brighenti aprirà con Dream Car Wash, un film dal respiro internazionale, ambientato a Londra e che si muove tra realismo e poesia nello squadernarci i sogni di una ragazza che ambisce a diventare una ballerina. Altro film sui vuoti adolescenziali sarà Sommersi di Gian Marco Pezzoli, che gioca col destino capace di sovvertire i piccoli grandi eventi della vita, ambientato in un paesino romagnolo, con momenti di grande intensità. Nikola Brunelli scenderà in campo con Superbi che promette sonore risate a schermo acceso grazie ad una storia che ha come sfondo importante Ascoli Piceno e che vede protagonista Giorgio Colangeli. Majoneze è il titolo del film di Giulia Grandinetti che propone il suo inconfondibile cinema visivo e profondamente malinconico e che ci porterà in un Albania senza tempo, sofferta e beffarda.
A chiudere la selezione e la serata di sabato sarà La buona condotta di Francesco Gheghi, attore tra i più premiati dell’anno e che esordisce qui alla regia: il film narra con ritmo e sicurezza una storia che farà discutere. Il panorama del concorso è indubbiamente variegato e offre un menù in cui ogni spettatore troverà il suo film del cuore, anzi, probabilmente più d’uno, tanto che è impossibile fare pronostici.
Quali di questi corti arriveranno alla finalissima di domenica? Di certo 4 ne sceglierà la giuria e 2 il pubblico in una sorta di campionato che nelle 4 serate sarà avvincente seguire. Il tutto, chiaramente, ad ingresso gratuito.
Lo staff di Videocorto Nettuno • #VN30



