Da i “Racconti di Porto d’Anzio”: La vendemmia
Andrea D’Andrassi, mio nonno, possedeva due vigne nella periferia di Anzio in zona Valle Palomba, coltivate con uva Bellone, conosciuta in paese come Cacchione.
Ricordo che all’ingresso del podere c’era un tinello con circa trenta botti, tutte allineate e poggiate su vecchie travi di legno. Durante il periodo della vendemmia nella vigna iniziava una gran festa. Tutte le donne di famiglia venivano nel vigneto già di primo mattino con amiche e conoscenti per tagliare l’uva tra i filari e riempire i mastelli. Poi chiamavano noi giovani a ritirare i grossi secchi pieni per sostituirli con altri vuoti, ma erano gli uomini a trasportarli nel tinello. I bambini avevano il compito di pigiare l’uva dentro una grossa tinozza con quattro buchi da un centimetro, che servivano a lasciar cadere il mosto in altri recipienti più in basso.
A metà mattinata mio zio richiamava due donne dalle vigne per iniziare la preparazione del pranzo, che di solito era costituito da una zuppa di pesce misto o di sarde, oppure da pasta alla puttanesca. Verso l’una si interrompeva il lavoro e si apparecchiava sotto la pergola. Ricordo che a volte le forchette non bastavano e allora mio nonno prendeva una canna e la tagliava in modo da formare una forchetta rudimentale.
Dopo mangiato l’attività rallentava e alcune donne intonavano stornelli o romanze popolari. Così fino quando il sole tramontava e tornavamo tutti a piedi ad Anzio, per riposarci il più possibile ed essere pronti per il giorno successivo.
La vendemmia era un lavoro faticoso ma veniva affrontato da tutti con allegria, come una festa. Vedere il tinello riempirsi di litri e litri di vino dopo un anno duro di lavoro era una grande soddisfazione. In quei giorni si scrutava spesso il cielo nella speranza che il tempo fosse clemente poiché l’uva, giunta a maturazione, poteva rovinarsi anche con una semplice pioggia.
La vita tra le vigne, il verde, il profumo dell’uva, era meravigliosa per la sua semplicità.
Questo racconto, pubblicato con l’autorizzazione dell’autore, è tratto dal libro “RACCONTI DI PORTODANZIO ” di Ciro Spina, edito dall’Associazione Culturale 00042