Nettuno. Sgombero Divina Provvidenza, associazioni e anziani sul piede di guerra

Come era prevedibile le associazioni e gli anziani che occupano i locali della ex Divina Provvidenza non hanno preso bene l’ordinanza di “Sgombero dei locali non conformi alla normativa in materia di sicurezza e tutela della pubblica e privata incolumità all’interno del complesso dell’ex opera pia casa Divina provvidenza” emessa e pubblicata oggi all’albo pretorio del Comune di Nettuno. Nei locali assegnati da tanti anni alle associazioni, si svolgono attività artistiche, di artigianato, mostre, prove teatrali, corsi di ceramica, presentazioni di libri. Le prove e le attività della Banda musicale, oltre a tutte le attività del Centro Anziani che ricordiamolo è comunale. Nel tempo, da quando si sono liberati i locali occupati precedentemente dalla ASL, nuovi spazi sono stati ripuliti, ritinteggiati, resi insomma vivibili e fruibili. E l’ordinanza di sgombero è arrivata come un fulmine a ciel sereno, perché le associazioni aspettavano da tempo un incontro con Commissario Prefettizio, per illustrare le loro attività e i lavori effettuati nel tempo, le migliorie apportate nei locali, nuove convenzioni. Ma l’incontro non ha avuto mai luogo.

Da quando è stato fatto trasferire il Distretto sanitario H6 (era il 4 gennaio del 2106) il Comune di Nettuno di quei locali se ne è totalmente disinteressato. Tanto che le stanze al primo piano erano diventate la casa dei piccioni che, trovando le finestre aperte, avevano imbrattato tutto con i loro escrementi, poi ripuliti dai volontari delle associazioni. Anche i locali nel seminterrato sono stati oggetto di manutenzione e ripuliti, anche nei giorni scorsi.

Tutti quelli che hanno operato fin’ora nell’edificio ex Divina provvidenza hanno dato vita una realtà culturale senza aver usufruito di contributi pubblici. Una presenza continua che ha avuto anche il merito di aver presidiato e vigilato su un edificio, uno spazio pubblico, un bene comune. E il rischio che si corre ora, se questo luogo dovesse essere abbandonato, è quello di divenire in breve tempo un rudere abbandonato e pericoloso, magari ritrovo di spacciatori. Per questo occorre che si apra subito un dialogo tra associazioni e Comune, si individuino le soluzioni che possano coniugare la inderogabile sicurezza, con il prosièguo delle attività culturali e ricreative. Sembra più che certo che le associazioni non sono disposte a buttare al vento quanto costruito in anni di attività.

cp