Per il professor Giovanni Scambia non c’erano orari, sabati o domeniche.
Il suo cellulare era costantemente acceso e rispondeva sempre: ai pazienti, per una richiesta di aiuto, ai giornalisti, per un chiarimento o un commento.
Instancabile, lo si vedeva arrivare ai congressi internazionali di oncologia per tenere una relazione e ripartire nell’arco di poche ore, perchè a Roma la sala operatoria lo attendeva, insieme alle sue tante pazienti. Sempre gentile e con la convinzione che la ricerca fosse l’unica vera strada per dare nuove concrete speranze a tanti malati oncologici. Scambia – ordinario di Ginecologia e Ostetricia dell’Università Cattolica, Direttore Scientifico della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, e tra i massimi specialisti mondiali in Ginecologia Oncologica – si è spento oggi a 66 anni dopo una breve malattia. Nonostante tutto, ha continuato a lavorare, visitare ed operare fino alla fine.
Tantissimi i riconoscimenti e gli attestati di stima giunti dopo la notizia del suo decesso: dal presidente della Regione Lazio Francesco Rocca (“La sanità italiana perde un luminare”), al presidente dell’Iss Rocco Bellantone (“Tante vite salvate con la passione di chi della medicina fa molto di più che un mestiere, senza scindere mai sapienza e umanità”), dal ministro della Difesa Guido Crosetto (“Uomo straordinario, una persona con un’umanità unica”) al sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato (“Esempio di eccellenza e impegno”). Lo definisce un “gigante della Ginecologia oncologica” il presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) Franco Perrone, che lo ricorda con le parole dell’ultima telefonata avuta con lui: “Solo 20 giorni fa ci siamo sentiti telefonicamente, poco dopo aver avuto la diagnosi di neoplasia che lo aveva colpito. Abbiamo parlato a lungo, ma ad un certo punto ha interrotto la telefonata dicendo ‘va bene, ora però devo proprio lasciarti, devo andare ad operare. Mi aspettano'”.