Alternativa per Anzio: “difendere la natura, il mare e la nostra salute”

Riceviamo e pubblichiamo

Le proposte della lista “Alternativa per Anzio-Brignone Sidaco” per difendere la natura, il mare e la salute

Luca Brignone

“No al polo di impianti biogas

Due impianti di trattamento biogas e un centro di stoccaggio sono stati proposti nella zona di Padiglione. Il quantitativo di rifiuti trattato è enormemente maggiore di quello prodotto dalla città, violando ogni principio tecnico, scientifico e normativo (D.lgs. 152/06): autosufficienza territoriale, prossimità della gestione e del trattamento di rifiuti.

Applicazione principio di precauzione per bloccare gli impianti approvati e in corso di approvazione;
Modifica al regolamento di igiene e sanità comunale per escludere tali soluzioni nel trattamento dei rifiuti;
Dire No a questi impianti nelle future conferenze dei servizi in cui si decidono le autorizzazioni;
Creare insieme ad altri Comuni limitrofi un fronte per pretendere dalla regione un Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti e una moratoria agli impianti in corso di approvazione fino all’approvazione dello stesso;
Lavorare con il comune di Nettuno per avere nel futuro Piano Regionali una ATO (Ambito territoriale ottimale) dei due comuni per gestire i soli rifiuti prodotti dagli stessi;
Incentivo pratica di compostaggio domestico.

Variante di Piano Regolatore Generale

L’attuazione del PRG ha prodotto una indistinta espansione edilizia di bassa qualità che satura tutto il territorio senza l’innesto di alcun elemento di qualità urbana che possa creare l’effetto città nei vari quartieri di Anzio e senza la realizzazione di nuovi servizi. L’edificato periferico si va sempre di più caratterizzando come un insediamento informe e casuale di indistinte volumetrie a due piani che vanno annullando lo specificità dei quartieri storici di Falasche, Lavinio, Pocacqua ecc. Tale espansione diffusa, inoltre, ha aumentato enormemente il consumo di suolo, ha abbassato i valori immobiliari e ha reso quasi impossibile fornire i servizi di base nei quartieri. Occorre pertanto un generale risanamento del territorio dal punto di vista ambientale, dei servizi, della qualità urbana e architettonica per una città che riscopra la bellezza:

Revisione dello strumento urbanistico senza ulteriori aumenti di volumetria, che preveda un ridisegno delle realtà urbane esistenti e un loro recupero qualitativo attraverso la realizzazione di nuove centralità e servizi e funzioni di interesse collettivo in ogni quartiere;
Piano quadro dei servizi: pianificazione di dettaglio per ricostruire l’identità dei vari quartieri e individuazione di priorità degli interventi di recupero tramite percorsi partecipati, da programmare in base alle possibilità di spesa.
Incentivare le azioni di rigenerazione urbana mediante la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente da favorire al consumo indiscriminato del suolo ed alla compromissione del territorio ancora libero
Aggiornare le norme locali alla luce delle innovazioni normative nazionali e regionali per favorire lo sviluppo di altre forme d’uso dell’edificato che non sia solo la realizzazione di residenze (spesso invendute) ed incentivare al contrario l’insediamento di attività commerciali, ricettive, turistico-ricreative, ludiche e sportive. Oltre a creare sviluppo ed occupazione queste opzioni contribuiranno alla qualità ed al valore complessivo del territorio”