“Ho letto con profonda incredulità le parole di commento del dottor Turano sul nostro comunicato circa l’intitolazione alle vittime delle foibe di un parco cittadino.
Non capisco infatti di cosa dovrei vergognarmi. Non posso infatti provare vergogna per aver detto che è giusto ricordare le vittime delle foibe. Non posso nemmeno vergognarmi di aver detto che circa la questione dei profughi lo stato italiano si è comportato in un modo indegno per uno stato civile. Ovviamente non posso vergognarmi di aver detto che tutta la responsabilità delle vittime di quel periodo è da ascriversi al fascismo ed al nazismo perché è la storia a dirlo. Non ci si può nemmeno vergognare di ricordare la follia delle leggi razziali e della loro inumana crudeltà. Di cosa quindi mi dovrei vergognare? Di combattere con tutte le mie forze contro il revisionismo storico che qualcuno vuole portare nelle scuole? Non credo proprio, anzi lo considero un obbligo morale. Non mi vergogno poi di certo di essere antifascista perché se non ci fosse stata la lotta partigiana non avremmo avuto certamente la nostra costituzione repubblicana. Quindi mi pare tanto che anche in questo caso chi rimesta nel torbido degli ambienti della destra nostalgica italiana cerchi di gettare polvere negli occhi per non far vedere il progetto revisionista che si sta cercando di mettere in atto. Quindi ex consigliere Turano direi che non c’è nulla di vergognarsi, semmai posso dirle che sono fiero di stare da questa parte della storia e della politica ed anzi le assicuro che il mio modo di vivere il mio impegno civile sarà sempre da “partigiano” ed anche se questo la disturba me ne farò una ragione.
Ora e sempre resistenza”.
Roberto Alicandri