“Dopo mesi di inattività, la destra al governo della città approva due regolamenti su due temi importanti come la disabilità e le aree verdi, senza ascoltare la minoranza. E anzi contestando la possibilità stessa di presentare emendamenti, dopo aver bocciato in commissione qualsiasi suggerimento e parere. E pensare che – essendo regolamenti – dovrebbero rappresentare un perimetro di regole condivise, da non cambiare a ogni consiliatura per essere al servizio del potente di turno.
Un fatto grave, insomma. Soprattutto se sommato ai motivi per cui sono stati varati i due atti.
Il primo – il nuovo regolamento della Consulta per i diritti delle persone con disabilità – è stato scritto con l’intento (neanche troppo celato) di impedire ad alcuni ex membri di questo organo consultivo di farne parte anche in futuro. Nessun intento di migliorarne i lavori. Nessuna volontà di fare del tema della disabilità una priorità per l’azione amministrativa di una città che di fragilità non si è mai veramente occupata. Lo si capisce persino dal pessimo italiano con cui è stato concepito questo atto. Dal fatto che le modifiche apportate al vecchio Regolamento non avranno nessuna conseguenza all’atto pratico, perché largamente fumose e confuse. Mentre le criticità emerse nel corso di questi anni rimarranno esattamente dove sono.
Il secondo – il nuovo Regolamento per la gestione delle aree verdi pubbliche del nostro Comune, mediante affidamento a soggetti privati – è una vera e propria privatizzazione in grande stile dei parchi della nostra città. O meglio, di quelli che dovrebbero esser parchi e in larga parte sono semplici aree abbandonate. Un’impostazione che segna una vera e propria ipoteca nei confronti di un bene pubblico così importante per i nostri quartieri. L’affidamento (che potrà esser effettuato con accordi la cui validità potrà arrivare fino a 15 anni, con possibilità di rinnovo per altri 15) non prevedrà alcun costo per il privato, che dovrà riqualificare le aree, potendo però svolgere su di esse attività commerciali in piena regola. Con un impatto sull’utilizzo gratuito di un bene che rimane pubblico e pubblico – secondo noi – dovrebbe essere. Anche qui, il tentativo da parte nostra di proporre strumenti diversi (come i patti di collaborazione con associazioni e comitati) è stato inutile.
A nulla è valso un lavoro scrupoloso e nel merito, svolto da Ardea Domani, per proporre emendamenti correttivi, anche di semplici errori grammaticali o di battitura. La maggioranza – con la complicità di pezzi di “minoranza” che prima votano a favore dei nostri emendamenti e poi approvano comunque gli atti non emendati – approva senza leggere e senza valutare. In mezzo ad attacchi volgari e – come sempre – all’assoluto rifiuto di chiamare in causa la propria responsabilità: esemplare, in questo senso, il tentativo di attribuire ai nostri emendamenti la “colpa” del ritardo con cui la maggioranza ha portato in aula gli atti, dopo oltre 4 mesi dalla discussione in commissione.
È chiaro che adesso useremo tutti gli strumenti in nostro potere non solo per vigilare. Sul rispetto scrupoloso di quanto previsto dal Regolamento per la consulta. Sui progetti che saranno proposti per le aree verdi, sugli enti che li presenteranno, sugli atti di affidamento e sul reale impatto nei confronti della libera fruizione degli spazi”.
Così in una nota i consiglieri di Ardea Domani, Luca Vita e Niko Martinelli, dopo il consiglio comunale di mercoledì.