A Piazza del Popolo una «risposta empatica, sarà una grande polis di diversi che spero si sopportino, sul palco saranno rappresentate diverse idee di Europa ma tutte europeiste»
È una piazza politica quella che richiama Michele Serra, ci permettiamo di sottolineare, perché risponde ad un’esigenza civica, della società civile, della cittadinanza attiva: abbiamo bisogno di trovarci, di incontrarci, di riconoscerci.
I valori, che forse avrebbe dovuto chiarire il giornalista di Repubblica, sono quelli di un’Europa solidale, sociale, democratica. Insomma le divisioni che ha scaturito l’appello di Serra forse, come ha ben descritto nella conferenza stampa di presentazione della manifestazione in piazza del Popolo a Roma: «Sarà una grande polis di diversi che spero si sopportino, sul palco saranno rappresentate diverse idee di Europa ma tutte europeiste» ha specificato.
E, «Il fatto che ci sia la possibilità di una piazza plurale non mi preoccupa, mi farebbe piacere, vuol dire che ci troviamo tutti intorno a un sentimento europeo -continua la firma di Repubblica-, a domande e necessità anche se le risposte non sono univoche».
Sembra banale ma la mancanza di dialogo e confronto tra i cittadini e i delegati alle istituzioni in questo momento storico è abissale, manca un’agorà in cui la voce della cittadinanza sia ascoltata nel Bel Paese e nel Continente con qualche, poche, eccezioni. Una chiamata ingenua ma che nelle risposte ha l’esigenza di incontro tra le persone, nell’immobilità fisica e nei like virtuali, nella critica via social e nella virtualità delle relazioni questa iniziativa dimostra che invece le persone comuni dallo sfogo al bar ha proprio bisogno di specchiarsi negli occhi vivi del prossimo.
Proprio, da una riflessione di Serra nasce questa iniziativa come ha raccontato in conferenza stampa: «Un mese fa, il 10 febbraio, nelle righe della mia newsletter del Post mi chiedevo come mai moltissime persone si sentissero sole, abbandonate e non rappresentate e con il cambiamento radicale che ha portato negli Stati Uniti, Trump e le conseguenze che vediamo è cresciuta questa mancanza e ho usato la metafora -ripresa oggi da Romano Prodi (sulle pagine di Repubblica ndr)- delle noci che si trovano schiacciate in un enorme schiaccianoci una ad est e una ad ovest poi ho insistito sulle pagine di Repubblica e, con mia grande sorpresa sono arrivate centinaia di e-mail che dicevano come sarebbe bello fare una manifestazione per l’Europa. Mi sono detto “bisognerà che qualcuno la faccia una manifestazione che permetta agli europei italiani di sentirsi meno soli”. Così mi hanno chiamato moltissimi leader di partito, di sindacati dicendomi “bellissima questa iniziativa, falla tu!” e potete immaginare come mi sono sentito con un minimo di orgoglio, forse ho detto una cosa che ha un significato e con un totale senso di impotenza ma per fortuna tra coloro che mi hanno chiamato che dicevano della bella idea c’erano alcuni sindaci di grandi città come Roberto Gualtieri, Beppe Sala, Sara Fusaro e ho capito che i sindaci potevano essere una sponda organizzativa, mi sono sentito meno solo e ho detto si fa. Come potete immaginare nelle vesti di organizzatore di eventi o di animatore delle piazza non mi trovo molto a mio agio è successo».
«Credo che questo sentimento di Europa come mancanza, come qualcosa che stiamo aspettando e vorremmo costruire sia diffuso non solo tra i cittadini comuni ma anche nel mondo politico. La reazione della gente comune è stata molto empatia. Quando mi chiedono quale sia la piattaforma politica della manifestazione rispondo che gli europei ci sono e vorrebbero che ci fosse più Europa. Una piazza che pone delle domande e cerca di dare una risposta a un sentimento europeo mi sembra importante».
Intervenendo insieme al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, Serra ha sottolineato la grande adesione dei sindaci alla manifestazione «anche qualche sindaco di centrodestra a dimostrazione che in questo momento l’argomento Europa è sentito e sabato ci sarà Jaume Collboni Cuadrado, sindaco di Barcellona». Il giornalista di Repubblica ha ribadito che «non ci saranno simboli di partito, solo bandiere dell’Europa, e niente esponenti politici sul palco con l’eccezione dei sindaci».
«Sul palco -ha detto Serra- ci saranno artisti, scrittori, intellettuali, volontari, rifugiati politici: un palco di persone che verranno ognuna a dire cosa rappresenta per loro l’Europa o cosa dovrebbe rappresentare e non rappresenta affatto. Il sentimento di Europa come mancanza è diffuso, non solo nel mondo politico ma tra gli ordinary people». Infatti “la reazione della gente comune è stata molto empatica e senza troppi distinguo. Mentre molti distinguo sono arrivati da chi fa politica di mestiere. Essendo una manifestazione sentimentale è stata molto capita dalle persone che mi fermano e mi scrivono».
«Mi rendo conto che la piattaforma della manifestazione è indeterminata e plurale: vogliamo l’Europa, gli europei ci sono e vorrebbero ci fosse di più anche l’Europa. Ho rivendicato l’ingenuità della manifestazione, mi rendo conto che dopo le polemiche sul riarmo il tema è caldissimo, ma stiamo cercando di non fare schiacciare il palco solo dalla questione guerra-pace perché c’è anche la questione dei diritti» ha sottolineato Serra.
Il giornalista ha quindi elencato i nomi di chi interverrà sul palco “o in presenza o in video”: ci saranno tre senatori a vita Renzo Piano, Liliana Segre ed Elena Cattaneo. E ancora: Antonio Albanese, Claudio Amendola, Corrado Augias, Fabrizio Bentivoglio, Claudio Bisio “che farà da cerimoniere”, Luca Bizzarri, Gianrico Carofiglio, Javier Cercas, il sindaco di Barcellona, Jaume Collboni Cuadrado, Renata Colorni “cresciuta da Altiero Spinelli”, Lella Costa, Alessia Crocini (Famiglie Arcobaleno), Maurizio De Giovanni, Corrado Formigli, Roberto Gualtieri, Jovanotti, Luciana Littizetto, Gaetano Manfredi, Alice Manone (Acli giovani), Stefano Massini, Emma Nicolazzi, Mauro Pagani, Daniel Pennac, Pif, Andrea Riccardi (fondatore di Sant’Egidio), Renzo Rubino che “canterà Lucio Dalla”, Francesco Sansone, Rahel Saya, Antonio Scurati, Benedetta Tobagi, Francesca Vecchioni, Roberto Vecchioni, Paolo Virzì, Gustavo Zagrebelsky.
Michele Serra, organizzatore, di questa chiamata batte un colpo anche agli artisti, agli intellettuali che forse dovrebbero essere in piazza per rivendicare diritti.
Molte voci e tante realtà mancheranno a Piazza del Popolo, ascoltando e capendo l’ambizione di Serra ci auguriamo ci si ritrovi su via del Corso: abbiamo bisogno di incrociarci.
Serra in conclusione della conferenza stampa ha detto che domenica sparirà, i riflettori proprio non fanno per lui. Ma i cittadini non lo perdono di vista, lo leggeremo e oggi più che mai ha dato una lezione su cui è un giornalista: è colui che dà voce a chi si sente solo, è al fianco dei cittadini, pungolo di chi governa e qualche volta un animatore di piazza.