[Fonte http://giovannidelgiaccio.wordpress.com/]
Il quotidiano “La Repubblica” dà notizia, questa mattina, di un’indagine nella quale sarebbero coinvolti anche il sindaco di Anzio, Luciano Bruschini, e l’ex assessore oggi presidente del consiglio comunale, Patrizio Placidi. Sarebbero, perché i due si sono affrettati a smentire, sostenendo di non avere ricevuto avvisi di garanzia. Ammesso siano indagati – e difficilmente un giornale come “Repubblica” azzarda una cosa del genere – non sarebbe la prima né l’ultima volta che a chiusura dell’inchiesta o con la stessa in corso un giornale abbia prima degli interessati alcuni atti. Possiamo discutere dell’opportunità di una cosa del genere, ma non è questo il punto. Concentriamoci invece su altri due aspetti.
Il primo: se sono indagati, ricordiamoci che un avviso di garanzia è a tutela di chi lo riceve e nemmeno la migliore delle inchieste della magistratura contiene in sé una certezza di condanna che altri devono eventualmente pronunciare. In Italia, per fortuna, siamo tutti innocenti fino al prova del contrario. Lo sostengo da sempre, in ogni sede, ricordando però che se esiste un’indagine che riguarda – come sarebbe in questo caso – personaggi pubblici, allora la cosa “fa” certamente più notizia.
Il secondo aspetto, invece, è quello delle certezze rispetto all’argomento caro estinto, a cosa si “avverte” o è successo da tempo ad Anzio. I rapporti tra l’ex vice sindaco e l’azienda Taffo sono noti. Certamente leciti, nessuno ha motivo di pensare il contrario, ma esistono. E’ altrettanto noto che in tempi non sospetti – e non si sa a questo punto se la vicenda riguardasse o meno questa indagine – la Guardia di Finanza ha sequestrato montagne di carte relative al cimitero negli uffici del Comune. Così come i fatti di cronaca ci ricordano che al cancello di Patrizio Placidi, ad altezza d’uomo, qualcuno ha sparato. Vicenda finita chissà come – né forze dell’ordine né Procura sembrano essere arrivati a una conclusione – ma che alla luce di quanto emerge dalle carte citate da “Repubblica” diventa ancora più inquietante.
Ammesso che Bruschini e Placidi non siano indagati, e fino a prova contraria la loro parola, oggi, vale quella dell’articolo, qualcosa intorno al cimitero ad Anzio è successo da tempo.
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