[Fonte http:// giovannidelgiaccio.wordpress.com/]
Il consigliere comunale di Anzio Marco Maranesi non usa mezzi termini e parla di “intimidazioni mafiose” nei suoi riguardi.
Lo fa dicendo chiaramente di non essere indagato per il presunto voto di scambio nel settore degli appalti per i rifiuti di Anzio, insieme all’assessore Patrizio Placidi. Se l’intimidazione mafiosa è la pubblicazione della notizia – che lui contesta annunciando come un politico navigato la richiesta di risarcimento, un classico – è fuori strada. E se si preoccupa dell’uscita in concomitanza con il direttivo del Pd è fuori strada.
Chi scrive ha qualche anno in più del giovane consigliere e conosce a fondo le dinamiche del giornalismo, non solo locale. Correre al “che c’è dietro” e alle “coincidenze” non porta da nessuna parte, perché in 99,9 casi su 100 le notizie escono quando ci sono. Questa vicenda sembra simile a quella del “Caro estinto“, a dire il vero, ricorda gli articoli e il clima che c’era.
Se poi si tratta di notizie false Maranesi fa bene a denunciare, ma siccome parla di “intimidazioni mafiose” se permette siamo tutti preoccupati. Perché sarebbero rivolte a lui, immaginiamo, che ha un ruolo pubblico e rappresenta i cittadini che lo hanno votato. Perché questo avviene in un Comune dove la situazione è tutt’altro che rosea, anzi non ci fosse stata Mafia Capitale forse le procedure di scioglimento erano già partite.
Nessuna voce si è alzata – negli ambienti della politica locale – dopo la pesante denuncia e questo dispiace. Se quelle intimidazioni ci sono – e non abbiamo motivo di non credere – Maranesi va tutelato. Forse è più importante questo di una querela ai giornali – quelle vanno sempre di moda – sicuramente è più importante pensare a questo e alla città che non alle notizie o alle presunte strategie.
[Fonte http:// giovannidelgiaccio.wordpress.com/]