Capo D’Anzio, Maranesi attacca D’Arpino: “Se vuoi bene alla città dimettiti”

 

Riceviamo e pubblichiamo

anzio-porto-32Dopo aver letto la lettera aperta ai cittadini del Presidente della Capo d’Anzio trovo che la presentazione delle sue formali dimissioni, questa volta dimissioni vere, è l’unica cosa seria che gli è rimasta da fare. Si è preso gioco pubblicamente del Sindaco Bruschini, quale massima Istituzione cittadina, che da una vita ricopre incarichi politici/manageriali. Non è certo D’Arpino a dover illustrare al Sindaco tempi e modalità per convocare un CDA. Comprendo il nervosismo e la necessità di coprire, o far dimenticare, la gestione fallimentare della Capo d’Anzio: restituzione di 200.000,00 euro alla Comunità Europea su un progetto mai realizzato che ha portato la nostra Città ad essere inserita nella black list con il blocco di tutti i finanziamenti europei, la totale violazione delle norme sull’anti-corruzione e sulla trasparenza da parte della Capo d’Anzio (basta andare sul sito per rendersene conto), la confusione che ancora oggi c’è sul logo della società… Capo d’Anzio o Marina di Capo d’Anzio… senza che il Consiglio Comunale si sia mai pronunciato sulla vicenda, le continue “bugie” sulla pubblicazione del bando di gara per il nuovo porto (che con sue dichiarazioni sulla stampa era stato annunciato per settembre 2015 e successivamente per dicembre 2015), il parere del Professor Cancrini, sulla Capo d’Anzio totalmente pubblica, tenuto segreto nei cassetti di Villa Sarsina per tre anni in beffa a quanto deliberato dal precedente Consiglio Comunale, per non parlare del clima di alta tensione, con tutte le realtà locali istituzionali ed economiche coinvolte nella realizzazione dell’opera. Invece di “spettegolare” su eventuali telefonate di lavoro, pensasse D’Arpino ai disastri reali e dimostrati generati sotto la sua presidenza. Per quanto riguarda la vicenda ormeggiatori mi trovo in piena sintonia con il Sindaco Bruschini, con il Vicesindaco Zucchini, con la Consigliera Velia Fontana e con il Consigliere Candido De Angelis: parliamo di posti di lavoro e di famiglie che hanno lavorato anche per lo sviluppo dell’economia cittadina. Si al dialogo, si al tavolo tecnico voluto in prima persona dal Sindaco e no all’odio ed alla contrapposizione “violenta”, spesso sfociata in rissa. Oramai è chiaro a tutti che c’è un socio privato “senza un euro”, non voluto da questa Città e mi auguro che il ricorso presentato dall’avvocato Cancrini produca al più presto i suoi effetti come è accaduto in altre società con la stessa compagine sociale della Capo d’Anzio. Un socio privato che aspetta lungo il fiume il “cadavere” della Capo d’Anzio (e quindi della Città) per acquisire, senza aver tirato fuori un centesimo, il pieno controllo privato della Città con la complicità di chi, ad Anzio, da questa operazione trarrà i soliti vantaggi di natura privata e di carriera. Un socio privato che questa Città deve rispedire da dove è venuto visto che è in possesso di azioni della Capo d’Anzio con una operazione illegittima. Sia ben chiaro che sulle spalle della Città di Anzio nessuno, e dico nessuno, farà un fortuna personale. Per questo motivo faccio un appello all’intero Consiglio Comunale: superiamo noi, tutti insieme, le logiche di appartenenza politica e di contrapposizione tra destra e sinistra che non esistono più. Dimostriamo ai cittadini di essere una classe dirigente politica all’altezza del ruolo che ricopriamo, che siamo capaci anche di unirci per il bene comune e non solo di litigare. E’ in ballo il futuro delle prossime generazioni della Città e lo sviluppo del territorio che, non merita questo scempio che si sta celando dietro l’intento di privatizzazione della Capo d’Anzio. E’ giunto il momento che la Capo d’Anzio dopo sette anni di gestione D’Arpino e di questo CDA torni ad essere amministrata da Manager di alto livello come Billia e Baldassarre insieme ad esperti del settore nautico. A D’Arpino dico, se vuoi bene a questa a Città, presenta realmente le tue dimissioni insieme a quelle di tutto il CDA.

Il consigliere Liberi di Cambiare

Marco Maranesi