Aprilia. Industrie spargono troppi veleni nell’aria, la denuncia della Porcelli

No ad una nuova discarica ad Aprilia, già le industrie chimiche: ex Avir, Abbot, Turbogas liberano sostanze inquinanti

inquinamento-smogIl consigliere comunale di Aprilia Carmen Porcelli torna ad intervenire sulla questione ambientale che in queste ultime settimane è tornata prepotentemente nella cronaca cittadina: in particolare dopo la presentazione di un progetto per realizzare una discarica controllata di rifiuti non pericolosi a La Gogna e la possibilità, neanche troppo remota, che il Comune di Roma dirotti nel sito Kyklos Acea parte dei rifiuti che la Capitale non può smaltire.
“Spesso per contrastare la nascita o lo sviluppo di alcuni siti produttivi si annovera tra le controindicazioni quello delle emissioni odorigene, i fastidi derivanti dalle lavorazioni di alcuni prodotti, ma si tralascia di dire quali sono effettivamente le sostanze che questi siti liberano nell’atmosfera. Oggigiorno la scienza ha elaborato molti valori per fissare limiti al rilascio di sostanza inquinanti; sono molti perché nascono da una esigenza storica, cioè quella di accelerare o diminuire lo sviluppo secondo il modello in uso. La scienza non è quindi estranea alle esigenze politiche, anzi, fornisce giustificazioni alle esigenze politiche, tanto è vero che i limiti di rilascio di inquinanti stabiliti dal Ministero dello sviluppo economico sono sicuramente più tolleranti di quelli che vengono stabiliti dal Ministero della salute. Dunque i livelli di limite sono molti: livello massimo di emissione, livello di attenzione, livello di avviso alla popolazione, livello di evacuazione e così via”.

Il consigliere di Pimavera apriliana Carmen Porcelli
Il consigliere di Primavera apriliana Carmen Porcelli

“In ragione di ciò- continua il Consigliere-  possiamo ben dire che i limiti dettati dal Organizzazione Mondiale della Sanità, sono molto restrittivi e di fatto non permetterebbero quasi alcuna attività umana, ma ci dicono l’evidente verità: di inquinamento si muore, e gli altri limiti comportano il tributo che il genere umano è disposto a pagare sull’altare dello sviluppo. Fortunatamente esiste un livello di soglia comune a quasi tutti gli stati europei e questo favorisce confronti per definire la qualità di inquinamento in vari Paesi: il limite IPPC di soglia riguarda 91 inquinati, che per certe attività, nel caso in cui vengano superati, debbono essere dichiarati dai responsabili. Questo limite è di una grande chiarezza perché viene dichiarato con unità di misura elementari (ad esempio: tonnellate all’anno, litri in un anno, ecc), pertanto se un impianto produce o emette nell’’ambiente quantitativi maggiori di quelli previsti, questi vanno dichiarati. Ad Aprilia ci sono impianti e stabilimenti, che svolgono almeno una della attività previste e che dichiarano – il 30 aprile di ogni anno – il superamento delle soglie IPPC. Solo a titolo di esempio l’Ex Avir ha emesso nel 2013 ossidi di azoto per 343 tonnellate quando il limite di soglia IPPC è di 100 tonnellate; inoltre ha emesso ossidi di zolfo per 199 tonnellate quando l limite è di 150 t.; nel 2010 ha emesso ossidi di azoto per 547 t.; nel 1997 emesse 712 tonnellate. L’Abbott addirittura nel 2007 ha emesso in acqua ben 27 kg di Fenoli (il limite, che dovrebbe essere zero o poco più, non è stato possibile trovarlo; nel 2012 ha emesso in aria composti organici volatili non metanici (COVNM) per 201 tonnellate quando il limite è di 100 t. Sorgenia, a tutti nota come Turbogas, nel 2013 ha emesso Anidride carbonica (CO2) per 452000 tonnellate con il limite di 100000 t. Il limite di questo sistema è che a questa autodichiarazione non sappiamo se seguono controlli”.
“Possediamo, dunque, armi di contrasto importanti per difendere il nostro territorio non dallo sviluppo, capiamoci, ma da un uso sconsiderato che della nostra terra si vuol fare. Considerando che le dichiarazioni sui valori IPPC sono caratterizzate da limiti medi, siamo in partenza già messi male per quanto riguarda la qualità dell’aria e dell’acqua del nostro territorio e quindi dovrebbe essere almeno un dovere dei rappresentanti delle istituzioni portarli a conoscenza in occasione delle Conferenze di Servizio per la valutazione del rilascio di nuove autorizzazioni per quelle attività che comportano emissione di almeno uno dei 91 inquinanti considerati. Dico almeno, poiché con i dati in nostro possesso ci si dovrebbe già opporre a prescindere e pensare, invece, ad uno sviluppo economico del territorio più salubre per i cittadini. Serve solo la volontà politica, essere certi che si voglia procedere in questa direzione, forzando anche la legge dove serve perché chi rappresenta i cittadini ha stabilito con essi un patto. – conclude Carmen Porcelli- Non ci sono scuse, il nostro territorio è compromesso e l’inquinamento non giova né alla salute delle persone, che si ammalano e muoiono, né a quella dell’ambiente e degli animali che rischiano esattamente come gli umani”.

 

Schema riassuntivo (indicativo per alcune aziende) dei valori IPPC (Prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento) in modo tale che possiate verificare che i dati ufficiali

Tabella emissioni unita