Le schermaglie politiche sull’approvazione, entro il 30 giugno, del bilancio di previsione del Comune di Nettuno rischiano di far fallire la lenta risalita dell’ente verso quella normalità che i cittadini attendono da tanti anni. Se non fosse che il bilancio di previsione è il documento contabile fondamentale che contiene le previsioni di Entrata e di Spesa relative all’anno di riferimento, è quindi lo strumento di programmazione delle attività dell’Ente, il cittadino mediamente disinteressato alla cosa pubblica potrebbe trovare nelle tattiche della politica fine e se stessa, tra maggioranza e opposizione, un ulteriore motivo a sostegno di quel luogo comune che vede la politica come un divertente teatrino pagato dai cittadini. Il dilettantismo e il pressappochismo con cui vengono affrontati atti fondamentali per la vita dell’ente, la mancanza di allegati propedeutici alle delibere in discussione, la mancata notifica delle convocazioni del consiglio comunale in tempo utile, certificano che, anche se i dirigenti cambiano con l’avvento di nuove giunte, poco é cambiato sul versante dell’efficienza e della trasparenza degli atti pubblici. La mancata responsabilizzazione di dirigenti e manager, alcuni dei quali con stipendi d’oro, porta acqua al mulino dell’opposizione, opposizione che negli ultimi mesi ha visto ingrossare le proprie fila con il passaggio di consiglieri eletti con i voti del Pd. L’elettore di centro sinistra che ha votato per il partito di maggioranza tutto si sarebbe aspettato fuorché vedere il proprio voto utilizzato a sostegno della minoranza di centro destra. Una cosa è certa l’opposizione ha la facoltà di utilizzare, anche in modo strumentale, tutti gli appigli fornitigli dallo statuto e dal regolamento del consiglio comunale per mettere in discussione il sindaco e la sua giunta, bloccando però di fatto anche l’attività del Comune e il funzionamento dei servizi. Non che manchino argomenti per criticare l’operato dell’amministrazione Chiavetta, ma l’opposizione, quella delle ripicche e dei cavilli regolamentari, appare agli occhi dei cittadini molto lontana dall’interpretare i bisogni reali della città.
Claudio Pelagallo